Inchiesta sulla Cpl Concordia, nuovo teste: «Vi spiego il legame tra Casari e il Pd»

Inchiesta sulla Cpl Concordia, nuovo teste: «Vi spiego il legame tra Casari e il Pd»
di Leandro Del Gaudio e Sara Menafra
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Mercoledì 8 Aprile 2015, 21:29 - Ultimo aggiornamento: 11 Aprile, 10:34

NAPOLI - Partita da un numero di appalti tutto sommato limitato, e radicato in particolare nell’isola di Ischia, l’inchiesta sul giro di mazzette con cui la coop rossa Cpl Concordia riusciva ad aggiudicarsi commesse pubbliche in tutta Italia rischia di allargarsi a macchia d’olio.

​E di scoperchiare un giro di pagamenti in cambio di commesse pubbliche che coinvolge l’intero paese. Dopo i tre interrogatori ”investigativi” messi nero su bianco da Francesco Simone, assistito dall’avvocato Maria Teresa Napolitano, ora è un altro dirigente apicale della cooperativa, finito anche lui in carcere con l’accusa di associazione per delinquere e corruzione, a cercare i pm John Henry Woodcock, Celeste Carrano e Giuseppina Loreto per raccontare quello che sa: Nicola Verrini, classe 1972 e una carriera costruita interamente nella cooperativa modenese, due giorni fa ha chiesto ed ottenuto un nuovo interrogatorio con i pm napoletani. E questa volta, per dirla con le parole del suo avvocato, Michele Iasonni, ha «risposto a tutte le domande».

RAPPORTI COL PD

In particolare le dichiarazioni si sarebbero concentrate sui rapporti tra il presidente della cooperativa, Roberto Casari, e il Partito democratico. «Un rapporto molto stretto», avrebbe spiegato Verrini, un vero canale preferenziale che avrebbe consentito alla coop rossa di assicurarsi appalti praticamente in tutta Italia e nei settori più diversi. Nell’ordinanza di custodia cautelare che la scorsa settimana ha portato entrambi in carcere, si ricorda la mail trovata nella sede della coop in cui Casari sollecitava «l'intervento della Cpl affinché sensibilizzi qualche esponente del Pd per l'approvazione di un emendamento per il completamento della metanizzazione proposto da un senatore del Pdl». E’ stato poi Verrini ad assicurarsi che il sottosegretario Vicari apportasse le modifiche al finanziamento caldeggiate dalla Cpl.

Ma sono molti i fronti che il manager può scoprire con le sue dichiarazioni, destinate a proseguire nei prossimi giorni.

Per la Cpl Concordia, era il responsabile dell’area «Tirreno» vale a dire Lazio, Sardegna e Campania. E’ sicuramente lui, al telefono e nelle intercettazioni ambientali, ad occuparsi di tenere i rapporti con il vicepresidente della Fondazione Icsa, Antonio Santilli che, stando alle conversazioni intercettate dai carabinieri del Noe, prometteva proprio a Verrini di inserire la Cpl nel giro di appalti di Difesa Spa e l’avrebbe aiutato ad ottenere la commessa per l’efficientamento energetico dell’aeroporto militare di Pratica di mare.

SOLDI IN TUNISIA

Verrini era poi l’uomo che insieme al presidente Casari si occupava di gestire i soldi cash che il factotum Francesco Simone riportava in Italia dalla Tunisia. In una intercettazione ambientale del maggio 2014 preme su Simone chiedendo contanti. Verrini: «Quanti ne hai? A me serve, lì ci sono da fare 70, tempo un mese»; Simone: «Eh allora sono 70 tocca dirglielo a Casari, gli faccio una fattura in Tunisia, c’ho un contratto di 180mila con la Tunisia».

I CONTANTI PER «BAFFO»

Dai verbali di perquisizione nell’abitazione dello storico presidente della coop, Roberto Casari, salta fuori un nuovo particolare. Oltre a documenti di vario genere, sul suo tavolo i carabinieri hanno trovato una mazzetta di 16.700 euro in contanti con sopra un biglietto che recita «Per Baffo». Non è chiaro se fossero soldi destinati alla politica. A specifica domanda, Casari che, sia detto per inciso, porta da sempre dei grandi baffi ha risposto che i soldi erano per le «esigenze» della sua famiglia: «Avevamo subito molte perquisizioni e temevo di poter essere arrestato - ha spiegato, assistito dagli avvocati Luigi Sena e Luigi Chiappero - Per questo motivo ho prelevato dei contanti da lasciare ai miei familiari per ogni esigenza che dovessero incontrare».

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