LA GUERRA

Israele: «Liberi 12 ostaggi, 10 israeliani e 2 stranieri». Hamas rilascia 17enne di origine argentina

Le ultime notizie in diretta sul conflitto in Medio Oriente

Ostaggi Hamas, ecco chi sono gli 11 liberati: nove bambini e due donne. Trovato accordo per altri due giorni di tregua

Hamas rilascia 17enne di origine argentina

Una ragazza israeliana di 17 anni di origine argentina, Mia Leimberg, è stata rilasciata stasera a Gaza. La sua immagine è stata diffusa dalle emittenti israeliane. La giovane appare sorridente, con un cagnolino in braccio, fra un miliziano di Hamas ed uno della Jihad islamica.

Israele: "Liberi 12 ostaggi, 10 israeliani e 2 stranieri"

Dodici ostaggi sono stati rilasciati da Gaza e sono diretti verso il territorio israeliano. Lo ha reso noto il portavoce militare. Si tratta di 10 israeliani e di due stranieri.

Hamas consegna il quinto gruppo di ostaggi

Hamas ha iniziato la consegna del quinto gruppo di ostaggi alla Croce Rossa a Gaza. Lo scrive il Wall Street Journal che cita funzionari egiziani.

Hamas: Israele ha violato tregua e abbiamo regito

«In seguito ad una palese violazione da parte di Israele dell'accordo di cessate il fuoco nel nord della striscia di Gaza è avvenuta oggi una frizione tattica. I nostri combattenti hanno reagito a quella violazione »: lo ha reso noto Hamas, poco dopo che Israele aveva riferito di tre esplosioni in quella zona. «Noi siamo impegnati al cessate il fuoco fintanto che anche Israele lo sia. Facciamo appello ai mediatori affinchè premano su Israele per il rispetto di tutte le intese, in terra e in cielo». L'incidente è avvenuto mentre si attende un nuovo rilascio di ostaggi.

Esplosioni a Gaza, alcuni soldati feriti

Tre ordigni sono esplosi oggi nel nord della striscia di Gaza in prossimità delle forze israeliane, «in contrasto con le intese per il cessate il fuoco». Lo ha riferito il portavoce militare di Israele. In uno di questi episodi, è stato aperto il fuoco contro i soldati, che hanno risposto all'attacco. «Alcuni soldati sono rimasti feriti in modo non grave», ha precisato il portavoce.

Qatar: 20 ostaggi pronti per essere liberati in 48 ore

Il ministero degli Esteri del Qatar afferma che sta lavorando per un cessate il fuoco permanente a Gaza e che «con certezza» 20 ostaggi sono pronti per essere liberati nelle prossime 48 ore. «Stiamo lavorando per rafforzare il ruolo della mediazione del Qatar per raggiungere una tregua e poi il cessate il fuoco permanente - ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Majed al-Ansari - le priorità della mediazione sono donne e bambini, poi i maschi civili ed i militari».

Antony Blinken torna in Israele e in Cisgiordania

Il segretario di Stato americano Antony Blinken dopo Bruxelles, dove parteciperà alla ministeriale della Nato, questa settimana sarà «a Skopje, Israele, Cisgiordania e Dubai».

Lo ha detto un alto funzionario del Dipartimento di Stato, a quanto riporta la Cnn. Durante questi incontri, Blinken «sottolineerà la necessità di sostenere il crescente flusso di assistenza umanitaria a Gaza, di garantire il rilascio di tutti gli ostaggi e di migliorare la protezione dei civili a Gaza», ha detto il funzionario, spiegando che il segretario Usa parlerà con i leader del «futuro di Gaza e della necessità di istituire uno stato palestinese indipendente» e porterà avanti «gli sforzi per prevenire la diffusione del conflitto».

Qatar all'Onu: "Obbiettivo è arrivare a un duraturo cessate il fuoco"

«La nostra speranza è di raggiungere un cessate il fuoco, dobbiamo davvero fermare lo spargimento di sangue e speriamo che la leadership del Qatar continui gli sforzi in quella direzione». Lo ha detto l'ambasciatrice del Qatar Alya Ahmed Saif Al-Thani al termine della riunione a porte chiuse del Consiglio di Sicurezza Onu su Gaza. L'ambasciatrice ha espresso ottimismo sul fatto che la pausa umanitaria potrebbe essere estesa oltre i due giorni aggiuntivi, oltre ad assicurare al Cds che il Qatar continuerà a esercitare i suoi sforzi diplomatici per ottenere il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Inoltre, ha espresso la speranza che l'attuale pausa, giunta al quarto giorno, possa essere il trampolino di lancio per la conclusione di un accordo globale per porre fine alla guerra.

I nomi degli 11 ostaggi israeliani liberati

Ecco i nomi degli 11 ostaggi israeliani che vengono liberati questa sera. Erano stati rapiti il 7 ottobre da Hamas nel dal kibbutz Nir Oz. Si tratta di due madri con i figli, due coppie di fratelli e un ragazzino da solo. I loro padri, sottolinea Haaretz, rimangono in ostaggio a Gaza. Famiglia Cunio: Sharon Aloni Cunio (33 anni) e le due figlie gemelle Emma (3) e Yuli (3). Famiglia Engel: Karina Engel-Bart (51) e le figlie Mika (18) e Yuval (10). Famiglia Calderon family: Sahar (16) e Erez (12), sorella e fratello. Famiglia Yaakov: Or (16) e Yagil (12), due fratelli. Famiglia Yahalomi: Eitan (12).

Crosetto a Guterres: "Pensare a un futuro a Gaza attraverso l'Onu"

«Abbiamo parlato del ruolo di Unifil a nord di Israele, delle possibili evoluzioni o escalation che potrebbero esserci nel nord di Israele. Abbiamo parlato della necessità di pensare a un futuro in Gaza anche attraverso l'Onu. E magari attraverso una presenza dell'Onu che sarebbe fondamentale. Occorre che questa organizzazione multilaterale assuma un ruolo maggiore in tempi difficili come questi». Lo ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto al termine dell'incontro con il direttore generale dell'Onu Antonio Guterres.

di Raffaella Troili

Altre 48 ore di tregua: vuol dire niente bombardamenti su Gaza, nuovi ostaggi liberi, si tratta di 11 residenti del kibbutz Nir Oz. La sensazione di un’ovattata, temporanea “normalità”, nonostante i pellegrinaggi dei profughi nella Striscia di Gaza raccontino di “case dei ricordi” devastate, file per rifornirsi d’acqua ancora insufficiente, come carburante, gas, legna. La proroga del cessate il fuoco di due giorni grazie agli sforzi di mediazione di Egitto e Qatar, prevede l’arrivo di aiuti umanitari e un doppio scambio: 9 bambini e 2 donne israeliane in cambio di 30 minori e tre donne palestinesi: tra queste Yasmin Shaaban e Etaf Jaradat, entrambe di Jenin, e Nufouth Hamad, del quartiere di Sheikh Jaarh a Gerusalemme est. Assieme agli ostaggi israeliani Hamas ha liberato anche 6 cittadini thailandesi. L’annuncio è stato dato ieri dal portavoce del ministero degli Esteri del Qatar Majed al Ansari e confermato da Mezzaluna rossa e Hamas: «È stato raggiunto l’accordo con i fratelli del Qatar e dell’Egitto». Fino all’ultimo ci sono stati contrasti legati alla possibilità di separare le famiglie, permettendo il ritorno in Israele solo ad alcuni componenti, cosa che sarebbe in violazione dei termini dell’accordo. Alla fine, a sera, mamme vestite di rosa con figli in braccio e ragazzini spaesati, uno sulla sedia a rotelle sono stati liberati, tra loro 3 cittadini francesi, 2 tedeschi e 6 argentini, con doppia nazionalità. Eccoli i fratelli Or e Yagil Yakoov, 12 e 16 anni, Eitan Yahalomi, 12 anni, Erez Calderon, 12 anni e sua sorella Sahar, 16 anni. E ancora: Karina Engel-Bert, 51 anni, e le due figlie Mika, 18 anni, e Yuval, 11. Si vedono Emma e Yuli gemelle di 3 anni, in braccio alla mamma Sharon Aloni Konio, 34 anni. Scortati dai miliziani e consegnati alla Croce rossa. Ha commentato positivamente l’estensione della tregua Joe Biden: «Ho premuto per una pausa nei combattimenti per accelerare ed espandere l’assistenza umanitaria e facilitare il rilascio degli ostaggi. Rimango in contatto con i leader di Qatar, Egitto e Israele per assicurarmi che ogni aspetto dell’accordo venga implementato».
L’ACCORDO
L’Egitto sta curando «meticolosamente» i dettagli per l’applicazione degli accordi nel quarto giorno di tregua, scriveva ieri l’emittente statale Al Qahera. L’accordo tra Hamas e Israele prevede la liberazione di almeno 50 tra donne e minori tenuti in ostaggio a Gaza in cambio del rilascio di almeno 150 donne e minori palestinesi trattenuti nelle prigioni dello Stato ebraico. Finora sono stati liberati 51 israeliani. Alcuni hanno doppia nazionalità, come Abigail Edan, la bambina di 4 anni con passaporto israeliano ed americano. Tra loro molti minori, ma anche donne e anziane. Domenica è stato rilasciato anche il russo-israeliano Roni Krivoy, che non rientrava nell’accordo. Diversi attori implicati nella crisi di Gaza, tra questi «Qatar, Egitto, Stati Uniti, Spagna e Palestina», sono «al lavoro» per far sì che la tregua «si estenda», ha detto anche Riyad al-Maliki, ministro degli Esteri dell’Autorità Nazionale Palestinese, a margine del Forum dell’Unione del Mediterraneo di Barcellona.
I MILITARI
Hamas ha informato l’Egitto e il Qatar di aver individuato altri ostaggi israeliani nella Striscia di Gaza: a riferirlo - riporta Haaretz - un membro dell’ufficio politico di Hamas, Izzat Arshak, al canale Al-Arabi del Qatarm. Hamas - ha detto Arshak - è disposto a negoziare la liberazione dei soldati israeliani tenuti in ostaggio, anche se le trattative non sono ancora iniziate». Sempre secondo Haaretz, Yahya Sinwar, il leader di Hamas a Gaza, ha incontrato alcuni ostaggi israeliani nei tunnel della fazione islamica nella Striscia. Se sul fronte ostaggi le trattative fanno ben sperare, nonostante la tregua gli aiuti umanitari continuano a non essere adeguati. Per questo il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, spinge affinché la tregua temporanea diventi uno «cessate il fuoco umanitario totale». Ieri era in programma la consegna di 200 camion di merci di prima necessità e sette cisterne di carburante con 130mila litri di carburante oltre a 75 tonnellate di gas domestico. «Il volume degli aiuti resta però troppo basso - osservano autorità egiziane - a causa delle «misure ostruttive messe in atto dalla parte israeliana». Durante questi quattro giorni di accordo le Nazioni Unite hanno intensificato l’ingresso di aiuti umanitari, che per la prima volta sono riusciti ad arrivare anche a Nord in zone tagliate fuori per settimane. «Ma questi aiuti sono appena in linea con gli enormi bisogni di 1,7 milioni di sfollati», ha sottolineato Guterres. «Dobbiamo cercare di fare in modo che il cessate il fuoco sia prolungato, di modo da evitare altre vittime. Una gran parte dell’opinione pubblica globale, anche in Israele, è d’accordo con questo principio», ha detto anche l’Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera Josep Borrell. «I bisogni umanitari nel Sud sono immensi. Non c’è carburante, e senza carburante non si muove niente. Non si può cucinare, non si possono far funzionare gli impianti di depurazione dell’acqua, quindi non c’è abbastanza acqua potabile», l’sos di Nicholas Papachrysostomou, coordinatore per l’emergenza di Medici Senza Frontiere, membro del team che è entrato nella Striscia lo scorso 14 novembre. «Nel Sud i bisogni sono immensi, i rifiuti si accumulano, le scuole sono colme, ci sono anche 80 persone per classe». Ed è arrivato anche l’inverno. Mancano coperte, vestiti, materassi.
 

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