«Le azioni parlano più delle parole» ha twittato Elon Musk su X al termine della sua missione in Israele che prevedeva non solo l'incontro con le autorità israeliane ma la visita nei kibbutz vicino alla Striscia di Gaza teatro della mattanza del 7 ottobre scorso. Una frase, quella di Musk, che fa riferimento all'impegno a limitare il diffondersi dell'antisemitismo sulla piattaforma X e al controllo israeliano delle comunicazioni di Starlink - la sua rete satellitare - nella Striscia di Gaza.
Netanyahu e Elon Musk visitano il kibbutz Kfar Aza
Il presidente Itzhak Herzok gli avrebbe poi fatto notare che l'ex Uccellino Blu, ora X, al momento resta un autentico serbatoio di odio verso gli ebrei. «Dobbiamo fermare l'odio».
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Oggi il ministro delle comunicazioni israeliano Shlomo Karhi ha confermato su X che con l'imprenditore ha «siglato un'intesa di principio. Le unità satellitari di Starlink possono essere gestite in Israele ma solo con l'approvazione del Ministero delle Comunicazioni israeliano, compresa la Striscia di Gaza».
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La visita dell'amministratore delegato di Tesla coincide con l'ultimo giorno di una pausa di quattro giorni nelle ostilità. Un video pubblicato dall'ufficio del primo ministro Netanyahu mostrava Musk che indossava una giacca antiproiettile mentre visitava le case bruciate a Kfar Aza, uno dei tanti kibbutz devastati dai terroristi.
Starlink utilizza una costellazione di satelliti per trasmettere la connettività di Internet in luoghi in cui l'accesso tradizionale al web è difficile.