Partiva da Pesaro per rapinare in Abruzzo
Arrestato grazie alla testimonianza della compagna

Partiva da Pesaro per rapinare in Abruzzo Arrestato grazie alla testimonianza della compagna
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Venerdì 17 Ottobre 2014, 08:34 - Ultimo aggiornamento: 19:34
PESARO - C’è un pezzo di Pesaro nell’operazione congiunta di polizia e carabinieri di Pescara che ieri ha fatto finire in carcere i componenti di una pericolosa banda dedita alle rapine, e in particolare ai portavalori, che ha imperversato in Abruzzo negli anni 2012 e 2013.

Cinque gli indagati principali, ma di questi uno è ancora ricercato: il ligure Giovanni Misso (detto Golia), che ha sul groppone venti anni di carcere per l'omicidio di un carabiniere. In carcere ci sono invece i pescaresi Mario Di Emidio, Nicola Nocella e Massimiliano Palliotti e Roberto De Lido, 47 anni, di origini baresi ma da tempo residente a Pesaro già finito in manette nell’estate del 1999 nell’operazione "Dolce vita" per una serie di rapine commesse in Lombardia. Oggi De Lido, analogamente ai suoi complici, viene accusato di associazione per delinquere mentre gli altri reati di rapina, furto, e spaccio vengono contestati in maniera distinta. Comunque si tratta di individui pericolosi, in base a quanto scrive il gip nell’ordinanza di custodia cautelare: «Soggetti privi di freni inibitori, mostravano una evidente capacità professionale nella gestione dei traffici criminosi».A collaborare con gli investigatori è stata proprio la compagna di De Lido. E’ lei che procura le sim sicure per le telefonate (poi messe sotto controllo), è lei che riceve le confidenze di De Lido e conosce in anticipo molte circostanze sulle rapine che permettono di chiudere il cerchio e monitorare in anticipo le mosse dei rapinatori. E’ anche lei a parlare per la prima volta di un autista del portavalori che sarebbe stato per oltre un anno sul libro paga della banda. Ed è a lei che De Lido si rivolge per convincerla a nascondere il denaro di una delle rapine in casa della madre per evitare che si scoprissero movimenti bancari sospetti. Ancora, è la preziosa teste a parlare di una rapina da 400 mila euro. Grazie alla donna due le rapine sventate (una ad un portavalori sull'autostrada Roma-L'Aquila e un’altra a Cecina). Nulla è stato possibile invece fare per evitare una rapina da 52 mila euro al portavalori che aveva ritirato l'incasso di un centro commerciale (il 17 giugno del 2013) e quella ad un distributore di carburante del 27 maggio 2013. L’indagine di Pescara nasce da un'altra indagine di omicidio, quello del commerciante ed ex della banda Battestini, Italo Ceci, avvenuto il 20 gennaio del 2012.
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