La Corte di Cassazione non ha accolto la richiesta di trasferimento del giudizio a un altro Tribunale proposta dagli avvocati Felice Franchi, Filippo Airaudo e Carlo Benini, difensori degli imputati Donald Sabanov, 26enne macedone, ex dipendente di Ferri, e Karim Bary, 24enne di origini marocchine residente a Morciano di Romagna, accusati di concorso in omicidio. Per le toghe della Suprema Corte il ricorso era inammissibile. Le motivazioni del rigetto saranno depositate tra qualche settimana, ma di certo i giudici non hanno accolto la tesi del fumus persecutionis contro i due imputati. Nel corso dell’udienza dell’altro giorno al Palazzaccio a Roma, l’avvocato Franchi (difensore di Sabanov) ha ribadito le sue ragioni. E cioè che a Pesaro «il clima per i due imputati non è sereno», in particolare per via di alcune dichiarazioni rilasciate dal procuratore capo della Repubblica Manfredi Palumbo subito dopo l’arresto di Sabanov. Dichiarazioni sul profilo caratteriale e criminale del macedone dalle quali, a detta dei difensori, i giudici popolari della Corte d’Assise (nell’eventualità che gli imputati avessero voluto scegliere il rito ordinario) sarebbero stati sicuramente influenzati. Soddisfatto Michele Ferri, il fratello della vittima. Il suo legale, l’avvocato Maria Lucia Pizza è stata a Roma giovedì per partecipare all’udienza in Cassazione. «Sono contento di questa decisione della Cassazione – ha commentato Michele - almeno un po’ di serenità dal punto di vista logistico». Alla prossima udienza, Michele non mancherà, come sempre.
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