Omicidio Ferri, a giudizio Sabanov e la complice: la storia che ha commosso il papa

Omicidio Ferri, a giudizio Sabanov e la complice: la storia che ha commosso il papa
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Venerdì 11 Luglio 2014, 17:49 - Ultimo aggiornamento: 12 Luglio, 14:20
Rinviati a giudizio per omicidio volontario Donald Sabanov e Karim Bari, ritenuti rispettivamente l'esecutore materiale e il complice del delitto di Andrea Ferri, l'imprenditore pesarese di 51 anni ucciso a colpi di pistola il 3 giugno dello scorso anno per rapina. Il processo in Corte d'Assise a Pesaro si aprirà il 30 ottobre prossimo. Sabanov era un dipendente della vittima, che lo considerava come un figlio. Il dolore dei familiari ha commosso anche papa Francesco, che in questi mesi ha spesso telefonato alla madre di Ferri.



Sabanov, macedone di 25 anni, residente a Urbino e Karim Bari di 23, marocchino, residente a Morciano, dovranno rispondere a una giuria popolare dell'accusa di aver ucciso l'imprenditore, una persona benvoluta da tutti e padre di famiglia, per rubare nella sua auto la chiave della cassaforte del distributore di carburante di proprietà di Ferri, dove il presunto killer pensava di trovare oltre 100mila euro.



Quando la cassaforte fu aperta con la chiave della vittima, dentro c'erano solo 17 mila euro, mai più rinvenuti. Nel corso dell'udienza preliminare di stamani, i difensori degli imputati hanno sollevato una serie di eccezioni appellandosi alla violazione dei diritti della difesa in sede di rilievi tecnici e nella fase dell'incidente probatorio. Il gip ha rigettato con ordinanza motivata tutte le eccezioni.



Successivamente, i difensori hanno chiesto il proscioglimento dei loro assistiti per non aver commesso il fatto. Il pm ha invece chiesto il rinvio a giudizio degli imputati per aver ucciso Andrea Ferri, la cui famiglia (erano presenti la moglie Simona e il fratello Michele) si è costituita parte civile. Il gip, dopo una mezz'ora di camera di consiglio, ha rinviato a giudizio gli imputati, i quali non hanno chiesto riti alternativi.



Si andrà dunque a un processo ordinario unico di fronte a giudici popolari.
Soddisfazione da parte della pubblica accusa e della famiglia, che finalmente vede avvicinarsi l'inizio del processo dopo le lunghe fasi delle indagini e delle battaglie preliminari, fino al ricorso alla Cassazione per una richiesta (rigettata) della difesa di spostare il processo in un'altra città in quanto a Pesaro si respirava un'aria ostile nei confronti dei due giovani.
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