Il dolore dei colleghi: «Se ne va un amico e un maestro»

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Sabato 5 Ottobre 2013, 16:44 - Ultimo aggiornamento: 18:09
Sgomento tra i colleghi e gli amici di Carlo Lizzani, il regista di 91 anni che si suicidato questo pomeriggio dal balcone della sua casa in Prati. «È terribile pensare che Carlo Lizzani possa essersi suicidato. Era un uomo vitale, nonostante l'età venuto a vedermi a teatro» ha detto Lina Sastri, che con Lizzani aveva lavorato nel film Celluloide, nel quale l'attrice napoletana interpretava Anna Magnani.



Ricordando anche il suicidio di Mario Monicelli, avvenuto nel 2010, la Sastri ha commentato: «Sembrerebbe che i grandi vecchi intellettuali, dopo aver vissuto una stagione così importante della cultura italiana, si sentano quasi di sopravvivere in un mondo non più riconoscibile. E non accettino di affrontare la decadenza del cuore e della testa».



Il ricordo di Lizzani che ha l'attrice è quello di «un uomo pacifico, presente e di poche parole, con una chiara visione politica della vita, che non amava la retorica. Lo dimostrò anche in Celluloide, nel quale, nonostante volesse raccontare un periodo della storia del cinema che aveva vissuto in prima persona, cercò insieme a tutti noi attori di evitare facili citazioni».



Addolorato anche il maestro Ettore Scola: «È un momento di grande dispiacere e, devo dire, c'è ben poca voglia di commentare».



«È una notizia che mi sconvolge. Se n'è andato un amico e un maestro». Così Giancarlo Giannini commenta la scomparsa del regista Carlo Lizzani, con cui ha recitato nel film Celluloide nel 1995. «Era una persona -continua Giannini- di grande intelligenza e vitalità che amava il cinema e i suoi attori. Viene a mancare un grande amico e un grande uomo. Una persona di cultura straordinaria che ha scritto moltissimi libri. La notizia mi sconvolge speriamo che non si sia suicidato».



Una fine che ricorda l'attore, «ha fatto anche Monicelli. Non capisco perchè possa succedere a persone gioiose e divertenti che amano la vita e il loro lavoro. È una perdita gravissima. E, soprattutto dopo la scomparsa di Gemma, si rimane stravolti».



Se ne va «al di là dello straordinario regista, una persona educata elegante, ironica, sarcastica, meravigliosa umanamente». Così Massimo Ghini ancora scioccato della notizia, commenta la morte di Carlo Lizzani, che l'aveva diretto in film come Un'isola (1986) e in Celluloide (1996), affidandogli la parte di Roberto Rossellini. «Era un amico con cui si poteva parlare di tutto in maniera amabile, e un maestro di vita, di storia, di morale, di politica, di tante cose - spiega - Poi aveva questa sua romanità sublime su un fisico così poco romano». Per Ghini «oggi è come perdere un padre... anche perchè aveva la stessa età».



Ghini ricorda l'importanza di Lizzani nella sua carriera: «Mi ha diretto in Un'isola, uno dei miei primi film da protagonista assoluto, e poi ha voluto interpretassi Rossellini in Celluloide (che raccontava la realizzazione di Roma città aperta, ndr). Quando me l'ha chiesto ho sentito molto forte la responsabilità del ruolo, di essere con un cast così importante e di raccontare una parte di storia che era anche la sua». Poi, aggiunge «ho anche recitato con lui nella fiction su Papa Giovanni, dove lui interpretava Pio XII, perfetto con il suo fisico nobile e importante».