Non riesce a darsi pace, parla con la voce rotta dall’emozione ma racconta un particolare agghiacciante: la sera del delitto doveva essere l’ultima che Romina passava in quella casa. Il nuovo compagno della vittima non vuole che si faccia il suo nome, dice di vivere in un inferno ma si pente per non aver capito la pericolosità di Pietro Ialongo e soprattutto di essersi fidato.
«Non aveva mai dato segno di instabilità o violenza, anche se ultimamente non accettava di averla persa e qualche volta insultava verbalmente Romina» - cioè la donna di 34 anni, vittima del femminicidio. «Io ci ho anche parlato con lui una volta - continua il giovane - e mi è sembrato normale, tranquillo, mai avrei pensato che dentro stesse covando rabbia e rancore così forti da portarlo ad un gesto tanto assurdo».
La donna e la guardia giurata che vive ad Alatri si frequentavano da poco più di tre mesi ma il sentimento che li univa era molto forte, a quanto racconta l’uomo. «Lei si era lasciata da qualche mese ma era ancora costretta a vivere in quella casa insieme all’ex perché il contratto era cointestato. Tuttavia aveva finalmente deciso di andarsene e avevamo programmato di andare a stare insieme proprio il giorno dopo la tragedia. Mi continuo a chiedere se solo avessi anticipato i tempi, magari l’avrei salvata».
Adesso chiede che sia fatta giustizia: «Non cerco alcuna vendetta, non mi appartiene, ma Romina è l’ennesima vittima di vicende del genere e si deve fare qualcosa perché questo fenomeno finisca».
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Il ritrovamento
Il racconto prosegue con la decisione di andare a cercare la donna, considerato che Romina non rispondeva. Così l’uomo ha deciso di andare nell’appartamento di via del Plebiscito, nella parte alta della città: «
Lei era in un lago di sangue, trafitta da una quindicina di coltellate ma prima ancora stretta per il collo - come egli stesso ha raccontato alle forze dell’ordine - e mentre gli agenti della Polizia di Stato della Questura di Frosinone entravano in quella casa, i Carabinieri del comando provinciale di Latina fermavano Ialongo in spiaggia, a Sabaudia. Era in stato confusionale, anche se a chi gli si è avvicinato ha chiesto dell’acqua. Poi si è consegnato ai militari ai quali alcuni cittadini si erano rivolti visto l’uomo semi nudo.
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I ricordi
«Romina era una ragazza gentile ed educata.
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A ricordarla con gli occhi lucidi anche alcuni anziani del posto. “Veniamo sempre qui a fare colazione. Romina ci serviva con educazione e gentilezza. Gli ultimi giorni della scorsa settimana era triste e preoccupata. Le abbiamo anche chiesto cosa avesse - raccontano - ma lei ha sorriso ed è tornata nel bar a lavorare. Povera ragazza. Era così bella, dolce. Non meritava una fine del genere. Le donne non di toccano neppure con un fiore. Le donne vanno amate e rispettate. Che Dio l’abbia in gloria!”.