Niente più Reddito di cittadinanza, le famiglie ciociare chiedono pacchi alimentari alla Croce Rossa

Revocato il sussidio, in pochi giorni sono aumentate in maniera le persone in difficoltà. Ci sono imprenditori che hanno chiuso l’attività.

Confezionamento di un pacco alimentare nel Comitato di Frosinone della Croce Rossa
di Marina Testa
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Sabato 5 Agosto 2023, 07:42 - Ultimo aggiornamento: 08:02

Una fase di transizione tutt’altro che facile quella che segue la sospensione del Reddito di cittadinanza. Il sistema non è ancora messo a punto con un forte impatto per chi rimane fuori dal beneficio. Il termometro di questa incandescente situazione sono i Centri di assistenza fiscale, ovvero i Caf, i patronati e l’Inps destinatari di raffiche di telefonate di chiarimento, rabbia e preoccupazione. Davanti alla sede dell’Istituto di piazzale Gramsci a Frosinone si è svolta anche una protesta. Ma anche chi opera in prima linea sul fronte delle emergenze sociali affronta situazioni limite. Tra fine di luglio e inizio di agosto si sono moltiplicate le richieste di aiuto alla Croce Rossa. Il Comitato di Frosinone, attivo in 85 comuni della provincia, ha raccolto segnalazioni da parte di una 160ina di nuclei, con figli ma anche persone singole, per un totale di circa 280 persone che hanno chiesto un supporto alimentare. Un servizio che consente a chi è in difficolta di ricevere una volta al mese un pacco con prodotti confezionati. Le richieste sono arrivate anche da persone che hanno perso il Reddito di cittadinanza. Famiglie numerose, ma anche piccoli imprenditori che vivono da soli, che hanno chiuso l’attività causa Covid e che con i nuovi parametri hanno assunto lo stato di occupabili perché non superano i 60 anni di età. Fino a luglio le famiglie rifornite dalla CRI di Frosinone erano 380, per 984 persone nel complesso di cui 310 in carico ai Servizi sociali. In questi ultimi giorni l’aumento è stato esponenziale e quotidiano.

“I prodotti sono forniti dall’Unione Europea, nell’ambito del Fondo di aiuti europei agli indigenti – spiega Beniamino Bianchi vice presidente del Comitato di Frosinone della Croce Rossa – Ma la distribuzione non è automatica.

Ogni caso va valutato in base alle caratteristiche e ai bisogni della famiglia, a cominciare dal reddito ISEE che non deve essere superiore agli 8mila euro. Vediamo situazioni difficili, che si concentrano soprattutto tra Ceccano, Frosinone e Sgurgola. Il peso maggiore deriva soprattutto dall’affitto da pagare e dal mantenimento dei figli”.

“In media il nucleo è composto da 5 persone, ma c’è anche chi ha 6 o anche 8 figli. – aggiunge Carla Moneta, responsabile della Distribuzione alimentare del Comitato Croce Rossa di Frosinone – Oppure persone anziane sole o agli arresti domiciliari. Ma si sono rivolti a noi anche piccoli imprenditori o commercianti che hanno dovuto chiudere l’attività durante il periodo del Covid e che finora si sono arrangiati con il Reddito di cittadinanza”. Il pacco pesa una ventina di chili ed è composto da pasta, latte, biscotti, legumi e altri prodotti. Ogni famiglia ricevente è dotata di una scheda anagrafica in cui sono indicate le necessità, dalle intolleranze alle condizioni di salute particolari. Il numero telefonico di pubblica utilità della Croce Rossa Italiana è il 1520.

A LUGLIO 1231 SMS

I primi giorni di luglio l’Inps ha comunicato agli interessati la decadenza del beneficio del Reddito di cittadinanza, anche attraverso un asciutto sms: “Domanda di RDC sospesa come previsto dall’articolo 13 del DL 48/2023 conv. Legge 85/2023. In attesa presa in carico da parte dei servizi sociali”. In provincia di Frosinone ha raggiunto 1.231 nuclei familiari. Sono quelli che sicuramente non hanno più diritto ad accedere all’aiuto per molti già finito ad agosto. In questo ultimo anno di RDC, infatti, possono essere concesse soltanto sette mensilità. In questa fase transitoria le strade percorribili sono quelle previste dal decreto legge: la presa in carico da parte dei Servizi sociali dei Comuni o il Supporto per la formazione e lavoro (350 euro per 12 mesi al massimo) con domande dal 1 settembre. A gennaio prossimo, invece, quando la misura sarà definitivamente revocata, sono 6.235 i nuclei familiari della provincia di Frosinone che rischiano di non poter richiedere l’assegno di inclusione introdotto dalla nuova normativa.

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