Reddito di cittadinanza, stop ai furbetti: escluso chi ha già barato. Stretta contro chi ha lavorato in ner​o

Nessuno di loro potrà ottenere subito i due nuovi assegni previsti dal governo

Reddito di cittadinanza, stop ai furbetti: escluso chi ha già barato: Stretta contro chi ha lavorato in ner o
di Giacomo Andreoli
4 Minuti di Lettura
Domenica 23 Luglio 2023, 21:38 - Ultimo aggiornamento: 24 Luglio, 11:46

Mossa anti “furbetti” del Reddito di cittadinanza per i nuovi assegni dedicati alle famiglie più in difficoltà. Il governo interverrà per mettere al riparo lo Strumento di attivazione al lavoro e l’Assegno di inclusione da irregolarità e illeciti pregressi. Come lavorare in nero mentre si prende l’aiuto pubblico, saltare senza motivo i corsi di formazione o non accettare un’offerta di lavoro congrua. Il primo strumento è l’aiuto da 350 euro al mese per massimo un anno che i cosiddetti “occupabili” del Reddito potranno chiedere a partire da settembre. Si tratta di almeno 500mila persone, a cui dal mese prossimo viene cancellato l’assegno voluto dal governo Conte I. Il secondo è il nuovo strumento per le famiglie meno abbienti con disabili, minori oppure over 60. Partirà da gennaio e varrà massimo 500 euro al mese per 18 mesi, rinnovabili per altri 12.

Pensioni, gli aumenti di agosto: conguagli dell'Irpef e rivalutazione, ecco come sarà il cedolino

IL NODO DA RISOLVERE

Per rafforzare la stretta anti-furbetti la ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, metterà mano al Decreto Lavoro dello scorso 1° maggio, che ha istituito i due nuovi strumenti.

Al testo verrà aggiunto il blocco, ora non presente, alle domande dei nuovi aiuti pubblici per chi sulla carta ha i requisiti, ma ha percepito negli ultimi mesi il Reddito di cittadinanza senza rispettarne tutti gli obblighi. Un nodo che riguarda in primis l’Assegno di inclusione. Insomma, anche in caso di alcune “frodi” sul Reddito e un provvedimento in corso per revoca o decadenza dell’assegno, chi sembra rispettare i limiti Isee e patrimoniali potrebbe accedere al nuovo strumento senza aspettare fino a 18 mesi, come prevede l’attuale normativa, e senza dimostrare di non commettere più gli illeciti.

Per questo i tecnici del ministero del Lavoro stanno predisponendo dei decreti attuativi che facciano ripartire i controlli preventivi nel momento in cui si fa domanda per Strumento di attivazione e Assegno di inclusione. Ogni nuovo beneficio non sarà erogato a coloro a cui negli ultimi mesi è stato tolto il Reddito di cittadinanza per vari tipi di irregolarità. 

Le frodi maggiori sono già considerate. Si tratta ad esempio dei famosi seppur sporadici casi di chi prendeva il sussidio per le famiglie a basso reddito e nel frattempo aveva ville, yacht e Lamborghini. Ma per una serie di altre violazioni rimane un vuoto da colmare. Il pregresso, così, non verrà mai cancellato, ma si sta lavorando per capire eventualmente dopo quando tempo dalla scoperta della violazione legata al Reddito si potrebbe potenzialmente ottenere uno dei due nuovi assegni. Sempre dimostrando di non essere più un “furbetto”.

LA NORMATIVA

Oggi il Reddito di cittadinanza decade dopo una frode, ad esempio per chi ha fornito informazioni false nella Dsu, il documento necessario a calcolare l’Isee o nella domanda dello stesso assegno. Per le truffe maggiori si può arrivare al carcere, dopo aver restituito quanto indebitamente percepito e senza poter chiedere il sussidio per un periodo fino a 10 anni. Sono però molte le irregolarità “minori”, quelle per cui si può rifare domanda per l’assegno dopo 18 mesi (6 mesi nel caso di famiglie con minorenni e disabili). È il caso della mancata dichiarazione d’immediata disponibilità al lavoro, del rifiuto di sottoscrivere il Patto per il lavoro o il Patto per l’inclusione sociale o della mancata partecipazione senza giustificato motivo alla formazione professionale. E ancora: la non adesione ai lavori di pubblica utilità, la non accettazione di un’offerta congrua di lavoro e la non presentazione di Dsu e Isee aggiornati. Ma anche, come detto, il lavoro in nero mentre si riceve l’assegno.
L’intenzione del governo è di non essere indulgente con nessuno di questi comportamenti: se ci sono stati negli ultimi 18 mesi non si potrà ottenere subito né lo Strumento di attivazione, né l’Assegno di inclusione. Insomma, tolleranza zero, per non rischiare di cancellare le “sanzioni” ai furbetti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA