Lacerno, la sorgente d'acqua contesa: è guerra tra i Comuni di Pescosolido e Campoli Appennino

Lacerno, la sorgente d'acqua contesa: è guerra tra i Comuni di Pescosolido e Campoli Appennino
di Gianpiero Pizzuti
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Lunedì 20 Luglio 2020, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 22 Luglio, 09:21

«La fonte appartiene a Pescosolido, perché vogliono portarla a Campoli Appennino?». L’acqua sorgiva del Lacerno al centro di polemiche tra due comuni confinanti e della popolazione che, da quella fonte, trae benefici per la salute, per le coltivazioni e per i pascoli.

Da qualche settimana sono iniziati i lavori che dovrebbero portare la fonte più a valle, dal punto da dove sgorga dalla roccia, intubando con del materiale in plastica, si canalizzerebbe mezzo chilometro più a valle, nel comune di Campoli Appennino. Secondo gli abitanti di Pescoslido la canalizzazione altererebbe il valore organolettico dell’acqua, modificando la sua purezza e le sue proprietà curative.



La contesa, però, riguarda soprattutto la proprietà stessa della sorgente che secondo gli abitanti di Pescosolido appartiene al loro comune non a Campoli Appennino, che ne rivendica la proprietà: «L’acqua e la sorgente è nostra - commentano alcuni cittadini che spiegano la storia della fonte – Perché portarla in un altro comune? La fonte è il confine stesso, da sempre dal 1500, e lo attesta, carte alla mano, la stessa linea del Lacerno, che scende a valle e divide i territori in due, a sinistra Pescosolido, a destra Campoli Appennino».

La sorgente è venuta alla luce durante i lavori di costruzione della strada di collegamento, che scende da Pescosolido verso Campoli alla fine degli anni Settanta. Secondo ricerche effettuate da professionisti del posto all’epoca della scoperta, a queste acque sono state riconosciute le qualità benefiche, per la pressione arteriosa e per gli effetti diuretici.

Da cinquant’anni la fonte non ha mai smesso di erogare acqua a viandanti, a cittadini che salgono apposta su a Pescosolido per riempire le loro bottiglie, ai pastori ed ai contadini che la utilizzano per i loro campi coltivati.

«Sono albanese di Durazzo – commenda un cittadino che sta riempiendo le sue bottiglie – sono in Italia da 28 anni ed abito a Pescoslido, da sempre vengo qui a prendere l’acqua, non ho mai smesso di farlo da 28 anni. Prima c’era un tubicino per prelevarla, ora questo enorme tubo nero, che è pronto per essere intubato per scendere a valle. L’acqua è sempre stata qui perché spostarla? Non avrebbe lo stesso sapore. Ora esce fresca e limpida, un piacere potersi rinfrescare qui, che facciamo ora la facciamo diventare di plastica?».

La sorgente alimenta un fontanile posto più in basso, costruito alla fine del 1800 e che è stato riportato alla luce dopo anni di incuria, lavori – come ci confermano gli abitanti di Pescosolido – che ha effettuato il comune di Campoli Appennino, ma il fontanile è nel territorio di Pescosolido. Una guerra di centimetri e di territori per un bene comune come l’acqua, che dovrà prima o poi trovare un punto fermo su una storia che si trascina da quasi 200 anni.

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