Morto durante un'escursione, donati gli organi di Marcello. I familiari: «Esaudita l'ultima volontà»

Marcello Venafro durante una delle sue escursioni
di Gianpiero Pizzuti
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 9 Agosto 2023, 08:38

Il grande cuore di Marcello non ha fine. Ieri pomeriggio, martedì 8 agosto, dopo il nulla osta del magistrato che ha riconsegnato la salma dell'escursionista isolano ai familiari, la moglie e i due fratelli, arrivati in Veneto da Isola del Liri, hanno permesso all'equipe medica di effettuare il prelievo degli organi che è stato possibile donare. «Nostro fratello era iscritto alla banca dei donatori hanno commentato Paolo e Roberto - così abbiamo esaudito in un momento molto triste per noi la sua ultima volontà». Marcello Venafro, 52 anni di Isola del Liri, ma residente a Vittorio Veneto(Treviso) se n'è andato passeggiando tra le nuvole, in quel mondo che sentiva suo. È morto sulle sue montagne, quelle che lo avevano accolto e stregato in provincia di Treviso, dopo il forzato distacco dalla sua Ciociaria per motivi di lavoro. Un malore in alta montagna ha segnato la fine di uno sportivo vero, prima runner, poi maratoneta, infine, grande appassionato di montagna.

IL RACCONTO

«Da quando abbiamo iniziato a correre raccontano Paolo e Roberto siamo stati sempre sotto controllo medico. Anche se lui aveva smesso 10 anni fa le sane abitudini dell'alimentazione e delle viste di controllo erano rimaste. Non sgarrava mai, quest'anno tre visite da tre cardiologi diversi, nessun problema e invece eccoci qui». Siete saliti con vostro padre? «Assolutamente no, papà non sta bene, ha 89 anni ed è affetto da demenza senile, speriamo solo che qualcuno non vada a dargli le condoglianze, non lo sa quello che è successo a Marcello». La notizia della sua morte ha sconvolto due comunità, quella dove viveva Vittorio Veneto, dove era stato apprezzato per le sue doti umane, professionali ed atletiche e quella di Isola del Liri dove era nato e cresciuto.

IL PODIO

Nel 2011 Marcello Venafro aveva vinto la Treviso Marathon, conquistando anche il trofeo della Tribuna di Treviso, come primo trevigiano classificato. Le sue partecipazioni agonistiche risalgono al periodo adolescenziale, quando con il fratello Paolo scoprì la corsa. Aveva gareggiato ovunque, nel Lazio alla StraFrosinone, alla Maratona di Latina(tre fratelli scesi sotto le tre ore al traguardo), alla Roma Ostia, alla Cascatalonga della sua Isola del Liri, la Canicola di Sora, tanti i trofei portati a casa in giro per l'Italia. Dove c'era una corsa Polo e Marcello erano lì con pantaloncini e scarpette pronti per farsi correre dietro, perché non solo andavano forte, ma spesso erano gli atleti da battere. «Il suo sogno era partecipare alla maratona di New York continuano a raccontare i fratelli e ci andò, ma arrivò un uragano e la gara che stava per partire fu annullata. L'unica consolazione che effettuò il riscaldamento a Central Park con Orlando Pizzolato». Da dieci anni non correva più, ma arrivò l'amore per la montagna. In alta quota aveva anche trovato l'amore, Cristina De Vallier, sposata nel 2011. Con lei condivideva la passione per le escursioni in quota. Marcello Venafro dal 2011 era dipendente della Tecnosystemi, l'azienda metalmeccanica di San Giacomo di Veglia e dalla quale aveva preso le ferie proprio il 7 agosto. Sua madre era morta sempre per un infarto mentre si trovava a Capri in gita nel 1998. Marcello durante un'escursione in montagna si è sentito male sul sentiero alpinistico attrezzato "Osvaldo Zandonella" sulla Spalla del Duranno, a Perarolo di sul Cadore ed è precipitato per 40 metri nella linea di confine il Friuli ed il Veneto, morendo con molta probabilità sul colpo. Il funerale si svolgerà domani alle 16 a San Giacomo di Veglia, i familiari hanno chiesto di non portare fiori ma di sostenre l'Aido, l'associazione per la donazione di organi.
Gianpiero Pizzuti
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA