Infezioni post operatorie e maxi risarcimenti, la Asl corre ai ripari

Infezioni post operatorie e maxi risarcimenti, la Asl corre ai ripari
di Giovanni Del Giaccio
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Sabato 20 Gennaio 2024, 09:15

Un piano per prevenire le infezioni dopo gli interventi chirurgici. È quello deliberato dalla commissaria straordinaria della Asl, Sabrina Pulvirenti, che recepisce quanto predisposto da un gruppo di lavoro composto da medici, farmacisti, ostetriche e infermieri. Un rapporto di 53 pagine, verificato dall'unità operativa del rischio clinico e approvato dal direttore sanitario aziendale, Luca Casertano.

Quella dei contagi è una problematica di non poco conto, i dati citati nel report della Asl parlano - rispetto alle chirurgie - di un rischio pari «mediamente al 15-16% di tutte le infezioni correlate all'assistenza». Il che significa, in caso si verifichino dopo un'operazione o anche per altri motivi, che la Asl deve fronteggiare il problema e risarcire i pazienti o i loro familiari in caso di decesso. C'è un aspetto di prevenzione, quindi, ma anche uno legato ai costi che l'azienda sanitaria è chiamata a sostenere quando si verificano eventi avversi. L'ultimo dato disponibile sul sito aziendale è riferito al 2021 e per tutti i risarcimenti sono stati sborsati oltre 4 milioni e 400.000 euro. Non è un caso che l'unità di rischio clinico monitori in continuazione quello che accade dal pronto soccorso ai reparti di degenza, fino agli ambulatori: cadute accidentali, errori nella pratica clinica e, appunto, infezioni.
Rispetto a quelle del sito chirurgico, il documento - che sarà divulgato a cura dei dirigenti di ciascun reparto - «deve essere considerato e applicato per tutti i pazienti candidati a interventi e a procedure invasive, eseguiti in qualsiasi regime di ricovero».

Compreso, quindi, il "day surgery" per piccole operazioni erroneamente ritenute di routine.

I SUGGERIMENTI

Sembrerà banale, ma una delle prime cose alle quali fare attenzione è l'igiene delle mani che «sono un ricettacolo e un importante veicolo di trasmissione per i microrganismi, quelli presenti sulla cute delle mani sono rappresentati da flora batterica residente - ad esempio Staphylococcus epidermidis e altri stafilococchi coagulasi-negativi, Corynebacteria, - e da flora batterica transitoria; quest'ultima varia in base al tipo di contaminazione avvenuta durante le pratiche assistenziali. Le mani rappresentano dunque un mezzo comune per la trasmissione di patogeni e l'igiene delle mani si è rivelata fondamentale per la prevenzione del rischio infettivo». Anche per questo «è vietato indossare anelli, braccialetti, orologi, unghie artificiali o smalto perché comportano un incremento del numero dei microrganismi presenti».

LE DISPOSIZIONI

La ASl ha già una procedura relativa alla "Lotta contro le infezioni ospedaliere, gestione clinica delle Ica (sono quelle correlate all'assistenza, ndr) e razionalizzazione dell'uso della terapia antibiotica» all'interno della quale sono elencati gli "alert" sottoposti a sorveglianza. Quella relativa alle infezioni del sito chirurgico «deve essere parte integrante di un sistema di prevenzione e controllo». A maggior ragione per la crescente resistenza dei batteri agli antibiotici somministrati, cosa che comporta la difficoltà a debellare i contagi. Per questo «è fondamentale conoscere e misurare la grandezza del problema, soprattutto per gli interventi ad alto rischio» e «i dati sulle infezioni del sito chirurgico devono essere analizzati, interpretati, comunicati alle strutture interessate e devono indirizzare all'identificazione di azioni di miglioramento per la loro riduzione».
Giovanni Del Giaccio
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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