Frosinone, tanti ciociari si vanno a curare fuori provincia e la Asl paga: conti in rosso per 62 milioni

La mobilità passiva costa 167 milioni e incide quasi per il 20% sul bilancio

L'ospedale "Fabrizio Spaziani" di Frosinone
di Giovanni Del Giaccio
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Lunedì 15 Gennaio 2024, 08:57

Un bilancio in perdita per 62 milioni, il "peso" della mobilità passiva ovvero dei cittadini che scelgono di farsi curare in Asl diverse da quella di Frosinone, l'avvio di «una politica di continuo puntuale monitoraggio dei costi». È il bilancio di previsione per il 2024 dell'azienda sanitaria locale che deve fare i conti con quanto emerge dal consuntivo del 2022 rispetto al fondo sanitario regionale erogato - pari a 882 milioni 790.630 euro - quanto è stato concordato con la Regione stessa rispetto al reale fabbisogno della Asl - e quanto, invece, è stimato per il consuntivo 2023 cioè una spesa di 869 milioni 992.740 euro.

Messi insieme i ricavi netti (722 milioni 896.454 euro), tolti i costi operativi (762 milioni 596.238 euro) e considerati oneri fiscali, il saldo della mobilità e via discorrendo si arriva a indicare una perdita di 62 milioni 365.177 euro.

Quattordici in più rispetto al consuntivo - ancora da chiudere - stimato per il 2023.

«La stesura del bilancio economico di previsione 2024 - si legge nella relazione della commissaria straordinaria Sabrina Pulvirenti - è il risultato della valutazione aziendale -circa gli effettivi fabbisogni di funzionamento per l'esercizio di riferimento, relativamente alla gestione aziendale ordinaria, nonché di una prima stima dei potenziali fabbisogni necessari a garantire l'imminente riorganizzazione territoriale».

SI VA ALTROVE

A pesare, soprattutto, è la mobilità passiva. Si tratta di oltre 167 milioni di euro che incidono sul bilancio quasi per il 20%. Ed è una voce in aumento: «Il saldo della mobilità presenta un incremento riconducibile a prestazioni di screening erogate a cittadini residenti della Asl di Frosinone da parte delle aziende sanitarie e ospedaliere regionali; a un incremento dei costi per prestazioni di assistenza integrativa da pubblico extra regione e verso sanitarie pubbliche della Regione».

Avviate le prime contromisure, come si legge nella stessa relazione per la mobilità passiva si punta al «recupero in attrazione sulle zone soprattutto di confine geografico aziendale, pertanto, si ipotizza un miglioramento delle suddette voci comprensive anche dell'attività in regime libero professionale».
Un percorso non semplice, perché la prima cosa da riacquistare è la credibilità delle proprie strutture. A questo si aggiunga che «le previsioni del bilancio 2024 risentono in particolare di un aumento generalizzato dei prezzi dei beni e dei servizi nell'ultimo biennio che ha comportato la richiesta di revisione e adeguamento prezzi da parte di molti partner aziendali».

LE MISURE

Rispetto al contenimento dei costi, invece, «massima attenzione ad evitare sprechi» con un sistema che sarà avviato proprio a inizio anno. Si va dal corretto utilizzo della digitalizzazione di documenti «evitando l'utilizzo inappropriato di materiale di cancelleria» alla «politica di razionalizzazione del consumo energetico». Si sta lavorando, inoltre, a «individuare i layout dell'organizzazione, il setting tra le diverse unità operative ospedaliere per acuti e tra ospedale e territorio» oltre a valutare «i rischi che comportano le richieste di danni». C'è, infine, «l'impegno al raggiungimento di un tendenziale equilibrio economico-finanziario». In perdita, di certo, non si può andare avanti.
 

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