Medici e infermieri arruolati per la pandemia, da luglio tutti a casa

Avevano risposto alla chiamata per la "ferma eccezionale" legata al Covid 19, adesso restano senza lavoro. C'è una riserva di posti nei concorsi ma è del 50%. Si lavora a un ricorso

Medici e infermieri arruolati per la pandemia, da luglio tutti a casa
di Giovanni Del Giaccio
3 Minuti di Lettura
Martedì 27 Giugno 2023, 21:57 - Ultimo aggiornamento: 21:58

Finita la pandemia, tutti a casa. Da eroi a disoccupati, con una "riserva" di posti in futuri concorsi pari al 50%. Ci sono anche medici e infermieri della provincia di Frosinone tra coloro che hanno deciso di arruolarsi per affrontare l'emergenza Covid e di restare in "ferma eccezionale" presso le forze armate. C'è una disposizione che non lascia spazio a dubbi, dopo una serie di proroghe che scadranno il 30 giugno. C'è scritto che: «Ai sensi dell'articolo 7 del decreto legislativo 22 aprile 2023 numero 44 sono stati elaborati specifici elementi di programmazione volti alla predisposizione di attività concorsuali». La stessa nota specifica che: «E' stata prevista apposita riserva del 50% per il transito in servizio permanente del personale sanitario delle forze armate, reclutato a suo tempo per fronteggiare la pandemia». I bandi «dovrebbero essere pubblicati entro il mese di luglio 2023 a cura della direzione generale per il personale militare». La stessa nota invita comandi e vertici d'area a «informare il personale», sottolineando che «non saranno previste ulteriori proroghe alla ferma eccezionale». Cosa che è anche comprensibile, dato che è stata dichiarata dall'Organizzazione mondiale della sanità la fine della pandemia, solo che medici e infermieri che hanno scelto l'arruolamento durante l'emergenza ora si ritrovano beffati. 

«C'era bisogno di noi - dice un infermiere - e non abbiamo esitato un attimo, abbiamo svolto il nostro servizio in un momento drammatico e questo è il ringraziamento che riceviamo».

In occasione della giornata mondiale dell'infermiere, il 12 maggio, l'Usmia (Unione sindacale militare interforze) aveva sollevato il caso, affermando che: «Non sarebbe affatto onorevole “lasciare indietro” coloro che nel momento del bisogno hanno risposto alla “chiamata” con prontezza e generosità, agendo con spirito di sacrificio nell’interesse dello Stato, dell’Istituzione militare e dei cittadini».  Non a caso tra i militari coinvolti si stanno raccogliendo adesioni per un ricorso che punta alla stabilizzazione dei medici e degli infermieri militari che hanno lavorato nell'emergenza Covid.

Solo che da sabato, intanto, dovranno restare a casa. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA