Casa famiglia degli orrori: ragazzini presi a calci e pugni, privati di cibo e costretti a dormire a terra

Accusati di maltrattamenti su minori otto tra titolari e operatori di una struttura di Monte San Giovanni: chiesto il rito abbreviato

Casa famiglia degli orrori: ragazzini presi a calci e pugni, privati di cibo e costretti a dormire a terra
di Pierfederico Pernarella
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Sabato 17 Giugno 2023, 00:14

Calci, pugni e poi punizioni corporali, cibo negato e altre privazioni. Sono un racconto dell’orrore gli atti dell’inchiesta che ha messo sotto accusa i titolari e gli operatori della casa famigliaIl Monello” di Monte San Giovanni Campano (Frosinone). Otto persone in tutto che rischiano di finire a processo per maltrattamenti su minori. Ieri davanti al Gup del Tribunale di Frosinone, Fiammetta Palmieri, si è svolta un’altra udienza. Gli imputati hanno chiesto di essere giudicati con rito abbreviato, ma il giudice ha rinviato la decisione al 17 novembre per valutare la richiesta di costituzione di parte civile presentata dai Comuni di Fiano Romano e Marino che pagavano le rette di alcuni minori che sarebbero stati vittime delle violenze. Le parti offese sono 12, bambini e ragazzi tra i 12 e il 17 anni. Minori con alle spalle trascorsi difficili. Chi per ragioni familiari, chi per aver avuto problemi con la legge. Tra loro anche ragazzi stranieri giunti in Italia senza genitori. 

Giovani problematici, spesso difficili da gestire.

Una situazione che ad un certo punto avrebbe innescato una serie di comportamenti violenti da parte di chi doveva badare a loro. Almeno questo sostiene il sostituto procuratore Barbara Trotta che ha chiesto il rinvio a giudizio. 

I fatti contestati sono avvenuti nel 2017. A far partire l’indagine una denuncia ai carabinieri di Civitavecchia dal tutore e dai genitori di uno dei minorenni ospitati. I successivi accertamenti sono stati condotti dalla Squadra Mobile di Frosinone. L’inchiesta si fonda sulle testimonianze delle vittime. I minori sarebbero stati colpiti con pugni e calci, sbattuti contro un mobile o presi per i capelli. Un minore, accusato di furto, ha raccontato di essere stato colpito con il bastone di una scopa. Le grida e le offese, poi, sarebbero state all’ordine del giorno. Quando i ragazzi non volevano rientrare nelle ore stanze sarebbero stati trascinati per le scale. 

MANIERE FORTI
Con i più indisciplinati, secondo l’accusa, alcuni operatori della struttura sarebbero passati alle punizioni corporali. Una ragazza sarebbe stata immobilizzata con le mani legate con i lacci delle scarpe e percossa. Un altro minore sarebbe stato colpito con bottiglie di plastica piena d’acqua, un altro sarebbe stato costretto a dormire a terra sul materasso perché aveva fatto delle confidenze alla madre sulle violenze nella casa. Ad un altro ragazzo, per punizione, sarebbe stato negato il cibo. Una spirale di violenza che avrebbe spinto alcuni minori a fuggire, altri ci avrebbero provato ma senza successo. Gli imputati, difesi dagli avvocati Enrico Pavia e Carmine Polselli, hanno sempre negato le accuse sostenendo che i racconti dei maltrattamenti sono venuti fuori dopo la denuncia di un operatore della struttura aggredito dai un minore. La responsabile (accusata di omesso controllo) e gli altri imputati sono tutti residenti tra Monte San Giovanni Campano, Posta Fibreno, Sora, Roccasecca, Sant’Elia Fiumerapido, Arce e Isola del Liri. Le parti offese, rappresentate dai curatori speciali dei minori, sono 12. Sono assistite dagli avvocati Nicola Ottaviani e Anna Di Loreto. Si tornerà in aula a novembre.
 

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