Imprenditore ucciso a Cuba, il rosetano arrestato: «Non volevo ucciderlo»

Imprenditore ucciso a Cuba, il rosetano arrestato: «Non volevo ucciderlo»
di Tito Di Persio
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Sabato 9 Marzo 2024, 07:39

La famiglia del falegname rosetano Rolando Di Gregorio, 56 anni, arrestato a Cuba con l’accusa di omicidio dell’imprenditore calabrese Francesco Sciammarella, 76 anni, si starebbe organizzando per raggiungere l’isola caraibica e assisterlo. A partire, sempre stando a quanto raccontano persone vicine alla famiglia, sarebbero, nei prossimi giorni, la moglie e uno dei tre figli. I familiari più stretti, contattati telefonicamente, hanno preferito, per il momento e visto la delicata vicenda, di non rilasciare dichiarazioni.

In Italia è tornato l’altro operaio che era con Di Gregorio nella città di Las Tunas per montare delle porte, anche lui è chiuso nel silenzio e non se la sente di fornire eventuali dettagli sull’accaduto. L’uomo comunque, stando a quanto racconta chi li conosce bene entrambi, potrebbe fornire diversi particolari sulla vicenda. Nel frattempo si apprende che la Farnesina ha annunciato che tramite l’ambasciata d’Italia a L’Avana si è attivata per richiedere una visita consolare e per prestare assistenza con un loro avvocato di fiducia. Inoltre, fa sapere che sta seguendo attentamente i casi dei due connazionali in stretto coordinamento con l’unità di tutela degli italiani all’estero e mantenendo contatti stretti con i familiari.

L’ambasciata sta anche assistendo i familiari di Sciammarella per il rimpatrio della salma e la ricerca di studi legali cubani che possano fornire l’assistenza legale necessaria. Sarà poi la famiglia a scegliere un proprio avvocato di fiducia.

La vicenda non è ancora del tutto chiara. Le indagini, dopo l’arresto di Di Gregorio, proseguono per accertare la dinamica del tragico evento, risale alla sera di venerdì 1 marzo, nella città di Las Tunas, nella parte orientale di Cuba.

Sciammarella, noto imprenditore di Paola, comune in provincia di Cosenza, che da tempo viveva a Cuba per motivi personali e di affari, è stato trovato riverso a terra in una pozza di sangue. Alcune persone, oltre ad allertare i soccorsi, avrebbero visto un uomo scappare. Nonostante i soccorsi, il calabrese è morto poco dopo in ospedale per emorragia cerebrale.

La polizia nazionale rivoluzionaria (Pnr), principale forza di polizia di Cuba, ha immediatamente avviato le ricerche del fuggitivo, secondo quanto si apprende, poche ore dopo ha individuato e fermato il falegname rosetano che però, si è difeso dicendo che non aveva intenzione di uccidere nessuno, ma che si è trattato di un tragico evento. Purtroppo, però i risultato dell’autopsia lo incastrerebbero: l’esame ha chiarito che l’imprenditore di Paola sarebbe stato colpito con un corpo contundente alla testa, che gli ha causato una lesione e provocato il decesso per trauma cranico. Ricostruzione che il rosetano, parlando al telefono con i parenti in Italia, ha sempre negato: «Io non volevo ucciderlo. È stata una tragica fatalità. Durante una colluttazione, il calabrese è caduto e ha battuto la testa». Resta sempre un punto interrogativo, perché è scappato e non ha allertato lui stesso i soccorsi? A questa domanda, Di Gregorio si sarebbe giustificato dicendo: «Nel vedere tutto quel sangue sono stato preso dal panico e ho iniziato a correre. Sono innocente». A credere alle sue parole sono i suoi vicini di casa nella contrada di Casal Thaulero, a Roseto: « Rolando è stato sempre un bravo ragazzo. Un giovane timido e riservato, incapace di far del male a una mosca, figuriamoci uccidere una persona».
Tito Di Persio

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