«I conteggi in simultanea nel Parco vengono effettuati con la stessa metodologia dal 1993 e sono organizzati ogni anno, sia a luglio che a ottobre, con lo scopo di stimare la popolazione e il successo riproduttivo attraverso la conta dei capretti e il tasso di sopravvivenza al primo anno.
Le operazioni di conta, coordinate dal Servizio Scientifico del Parco, si sono svolte il 29 e il 30 luglio lungo 27 circuiti prestabiliti e hanno visto la collaborazione di tecnici, Guardie del Parco, Agenti del CTA del CFS, la Riserva delle Gole del Sagittario e numerosi volontari per un totale di 60 operatori», spiega in una nota il Parco nazionale.
L'Ente comunica che «analizzando i dati degli avvistamenti riportati da tutte le squadre impegnate, e dunque al netto dei doppi conteggi, il numero minimo certo di camosci osservati è risultato pari a 497 individui, dei quali 141 sono i nuovi nati (kid) e 57 sono giovani di un anno (yearling). Rispetto all'estate del 2013, quando furono contati 392 individui, i dati di quest’anno fanno ben sperare. In particolare è stato registrato un tasso di sopravvivenza al primo anno del 50%, un valore decisamente in linea con quanto noto per altri ungulati di montagna. Il boom di nascite si è registrato in tutti i branchi avvistati, con la Meta e i Tartari che, attualmente, restano le aree più rappresentative per il Camoscio. Altra notizia di rilievo è la presenza di oltre 80 camosci nel comprensorio del Marsicano, frutto di una operazione di liberazione di alcuni soggetti, avvenuta oltre 10 anni fa».
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