La colpa, sempre secondo l'esposto, sarebbe da addebitarsi ad un macchinario per la circolazione extracorporea in uso nelle sale operatorie di cardiochirurgia. L'azienda produttrice della strumentazione si difende sostenendo di aver già avvertito nel 2015 gli ospedali del problema, consigliando l'adozione di una accurata sanificazione. Il sospetto dei familiari, anche sulla scorta di un memoriale lasciato da Demo, è che l'ospedale, pur sapendo del rischio connesso all'utilizzo del macchinario, non abbia preso provvedimenti in tempo utile.
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