L'intuizione ha preso forma nove anni fa.
Mettere insieme esperti di energia e ambiente, scienziati, artisti e filosofi per raccontare il futuro attraverso una rete di eventi con l'ambizione di diffondere il paradigma sostenibile. Per spiegarla con le parole di chi l'ha pensata: «Unire tutte le arti e la scienza nel segno della natura». L'Umbria è apparsa fin da subito il luogo ideale per ospitare un palcoscenico del genere. Da cuore verde d'Italia a cuore verde e sostenibile. Tutto questo è Umbria Green Festival. «L'Umbria non ha solo un paesaggio straordinario – spiega il direttore artistico del festival, Daniele Zepparelli – ma in termini di sostenibilità a mio avviso può avere anche dei vantaggi strategici: se penso, ad esempio, all'auto elettrica è il punto di passaggio naturale per chi attraversando l'Italia da nord a sud abbia necessità di trovare svariate possibilità di ricarica».
L’IDEA
La nona edizione di Umbria Green Festival è un calendario di eventi partito lo scorso 22 agosto e che terminerà il 28 settembre, con un paio di chicche “extra” tra ottobre e novembre: produzioni in esclusiva, prime assolute, nuovi format e una serie di progetti di sviluppo sostenibile a sostegno del territorio. C'è stato Alessandro Baricco – ad Assisi in collaborazione con “Il Cortile di Francesco” per parlare di mente e corpo – e poi Marco Paolini, Nicola Piovani a Orvieto, Antonella Viola, Piergiorgio Odifreddi e altri 100 ospiti. Una serie di eventi tra le piazze più suggestive della regione: Assisi, Perugia, Terni, Orvieto, poi Narni, il delizioso borgo di Rasiglia alle porte di Foligno, i centri più piccoli come Deruta, la città della ceramica, Acquasparta e Montecastello di Vibio con il teatro “più piccolo del mondo”.
L'idea di mettere insieme saperi diversi per parlare di un domani sostenibile è partita nel 2016 e ha acquisito forma e sostanza nel corso degli anni, fino a diventare una voce sempre più autorevole.
LE BUONE PRATICHE
Umbria Green Festival è anche un contenitore di buone pratiche che cerca di compensare le emissioni prodotte: «Realizzare un evento a impatto zero significa ridurre al minimo l'impatto ambientale generato durante tutte le fasi, inclusa la pianificazione e l'organizzazione – rimarca il responsabile generale del Festival, Cristiano Cinti – nel nostro bilancio di sostenibilità promuoviamo l'efficienza energetica, cerchiamo di spiegare come negli eventi sia necessario utilizzare apparecchiature a basso consumo energetico, illuminazione a led e fonti di energia rinnovabile. Spieghiamo come ridurre le emissioni di gas serra compensandole con azioni come la realizzazione di impianti fotovoltaici o l'acquisto di crediti di carbonio o sistemando intere aree urbane come abbiamo fatto a Terni, oppure utilizzando per gli spostamenti soltanto auto elettriche e installando colonnine di ricarica. Dall’anno scorso collaboriamo con “Wami: Water with a mission”, un’azienda di acqua minerale che costruisce progetti idrici in villaggi senza accesso all’acqua potabile. Doneremo altri 2 milioni di litri d’acqua ad una famiglia nella regione di Rockwood in Sri Lanka». E poi c'è il rapporto con gli studenti attraverso il Villaggio della sostenibilità, in nove anni sono stati oltre cinquemila i ragazzi che hanno partecipato.
L'edizione 2024 è allo sprint finale: il 27 settembre alla Sala della Conciliazione di Assisi è in programma il convegno di chiusura dedicato a “Cer e mobilità sostenibile”, poi per l'epilogo extra-festival c’è Sandro Veronesi alla Sala dei Notari a Perugia il 19 ottobre e l'11 novembre al teatro Manini di Narni Serena Dandini. Tra le idee per il prossimo anno, la realizzazione di un podcast e la composizione di un'opera ad hoc.