Watchdogs , e se gli hacker governassero il mondo? Quando il virtuale diventa reale

Watchdogs , e se gli hacker governassero il mondo? Quando il virtuale diventa reale
di Andrea Andrei
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Giovedì 22 Maggio 2014, 21:06 - Ultimo aggiornamento: 28 Maggio, 16:43

Watchdogs. Pensate se solo con uno smartphone una persona fosse in grado di controllare l'illuminazione pubblica di una grande citt, o di regolarne il traffico automobilistico attraverso i semafori. Oppure se potesse accedere alle telecamere di sorveglianza, aprire le automobili, intercettare le comunicazioni sui cellulari, accedere ai conti correnti e prelevare soldi dagli sportelli bancomat. Detto così sembra un film di fantascienza, ma a pensarci bene forse assomiglia di più a un horror. Tutto questo è Watchdogs, il nuovo videogioco-kolossal sviluppato da Ubisoft Montreal che uscirà il 27 maggio per tutte le piattaforme, sia old che next gen (la versione Wii U sarà disponibile in un secondo momento) e che già da un anno è molto atteso dagli appassionati del mondo videoludico.

Più che il videogame, che di per sé già promette parecchio a giudicare dai trailer di gioco, a rendere speciale questo titolo è il concetto che c'è dietro, molto sentito in un'epoca in cui lo spionaggio informatico è un tema praticamente all'ordine del giorno. Watchdogs, il cui protagonista è Aiden Pearce, hacker assetato di vendetta dal passato tormentato, sembra essere nato apposta dopo lo scandalo del Prism, il programma di intercettazioni della Nsa, l'agenzia di sicurezza nazionale americana, perché mostra il lato più oscuro della rete e gli effetti che potrebbe provocare un uso criminale delle potenzialità di Internet. E invece il suo sviluppo è iniziato molto prima delle rivelazioni della "talpa" Edward Snowden.

«È il primo videogame a trattare temi come la pirateria informatica e le minacce alla privacy», spiega Marta Alvari, brand manager di Ubisoft, durante la conferenza di presentazione del gioco all'Area Pergolesi di Milano, «Quando è stato presentato all'E3 di Los Angeles l'anno scorso, i dettagli grafici svelati sono stati sorprendenti. Non a caso è il gioco Ubisoft che ha totalizzato il più alto numero di prenotazioni al debutto».

La Chicago nella quale si muove Aiden Pearce è una delle città più interconnesse degli Stati Uniti ed è gestita da un unico software, CTOS, che regola ogni cosa. Perciò un hacker professionista, come appunto Aiden, può riuscire a governare l'intera città semplicemente tramite uno smartphone. Le potenzialità di questo personaggio diventano così praticamente infinite. Ma c'è di più. Perché il CTOS monitora costantemente anche gli abitanti di Chicago, osservandoli nella loro quotidianità e registrando ogni loro azione, riuscendo così a creare dei profili talmente precisi da poter addirittura prevedere se sono potenziali criminali e quale crimine stanno per compiere. Il tutto, si capisce, per garantire la sicurezza degli altri abitanti. Il gioco in pratica non fa che estremizzare la realtà con la quale abbiamo a che fare ogni giorno: non siamo infatti anche noi disposti a cedere una parte della nostra libertà e della nostra privacy in nome della sicurezza? Bene, Watchdogs ci mostra cosa potrebbe accadere se degli hacker senza scrupoli si mettessero in testa di rivoltare contro di noi le stesse armi che usiamo per difenderci.

Ecco quindi che Aiden Pearce trasforma la stessa Chicago nella sua arma più temibile. Ma attraverso il suo smartphone potrà fare moltissime altre cose, fra cui riconoscere e scaricare una canzone sentita per strada (tutta la città è liberamente esplorabile), oppure fare acquisti online. Per rendere il tutto più realistico, oltre a un motore grafico che rende i panorami e l'atmosfera della città in maniera molto precisa, anche i giocatori potranno utilizzare il proprio smartphone per continuare a giocare anche quando sono lontani dalla console. Per farlo dovranno scaricare un'app che permetterà loro di gestire il gioco multiplayer.

«Watchdogs non è un semplice gioco», ha proseguito la Alvari, «Perché getta uno sguardo molto lucido sulla società nella quale viviamo». Proprio di questo si è parlato durante la conferenza di Milano, alla quale sono intervenuti anche Dino Pedreschi, docente presso il dipartimento d'Informatica dell'Università di Pisa e Sergey Golovanov, esperto di malware e minacce informatiche presso Kaspersky, che ha aiutato il team di Ubisoft durante lo sviluppo del gioco. Entrambi hanno spiegato come la finzione di Watchdogs possa facilmente trasformarsi in realtà. Alcuni esempi? Il blackout di New York del 2003, gli sportelli bancomat hackerati e tanti altri. Ma se volete dare un'occhiata a cosa potrebbe accadere se dei semplici cittadini avessero a portata di smartphone il controllo di una città, date un'occhiata all'efficacissimo esperimento tentato da Ubisoft per il lancio del gioco:

Sia chiaro, Watchdogs non è un videogame concettuale, anzi. È principalmente un gioco d'azione, in cui il protagonista si troverà spesso coinvolto in sparatorie e inseguimenti, e dove non manca un'abbondante dose di violenza. D'altronde si sa che i James Bondi di oggi altro non sono che i nerd di ieri. Magari con pochi muscoli, ma con tanti, tanti gingilli tecnologici. Roba che il vero James Bond, a confronto, impallidirebbe.

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