La truffa su iTunes: dietro Thuat Nguyen
ci sono hackers che sfruttano Apple

La truffa su iTunes: dietro Thuat Nguyen ci sono hackers che sfruttano Apple
di Daniele Belleri
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Mercoledì 14 Luglio 2010, 17:27 - Ultimo aggiornamento: 16 Luglio, 14:26
ROMA (14 luglio) – Porta il nome di un misterioso fumettista orientale, l’ultimo spauracchio di Apple: Thuat Nguyen. Nei giorni scorsi, su iTunes, il negozio virtuale della societ di Cupertino, i libri elettronici di questo presunto artista del Vietnam sono schizzati ai vertici delle classifiche di vendita negli Stati Uniti. Ma non era una moda improvvisa, come talvolta ne nascono su Internet. Era una frode da migliaia di dollari, giocata a centinaia di persone, le cui carte di credito sono state violate dai pirati informatici e usate per acquistare le opere o le applicazioni per iPad dello sconosciuto Thuat, figura fantasma dietro cui si nascondono gli hacker. L’attacco è scattato a cavallo di una data simbolica per l’America, il 4 luglio. Nello stesso giorno anche il sito di Youtube è stato vittima di un piccolo sabotaggio.



Mentre l’operazione andava in scena, tra il 4 e il 5 luglio, sui 50 titoli di ebook più richiesti tra New York, Chicago e Los Angeles, 41 erano nella lingua di Hanoi. Una situazione paradossale, presto denunciata dagli stessi utenti di iTunes. In poco tempo le applicazioni targate Thuat Nguyen sono state cancellate. Ma intanto centinaia di persone erano state truffate: 400, ha fatto sapere ieri Apple in un comunicato. Sul forum MacRumors, riferisce il quotidiano inglese Independent, si può ancora leggere lo sconcerto delle vittime. C’è chi ha scoperto che dalla sua carta di credito erano stati scalati 1.400 dollari. Soldi impiegati in operazioni di acquisto non desiderate: download di libri o canzoni su iTunes che, per di più, non potevano neanche essere fermati.



Com’è nata questa truffa? Ancora non è chiaro. A far cadere nella trappola i clienti di iTunes potrebbero essere stati alcuni messaggi di posta elettronica con falsa intestazione Apple. Un sistema criminale di cui abbiamo esperienza anche in Italia. Basti pensare a quelle email che invitano a cambiare il codice segreto del nostro conto in Posta. Sotto accusa, in ogni caso, sono i sistemi di sicurezza della Mela che non avrebbero saputo impedire il “phishing” e la seguente violazione delle carte di credito.



Questo episodio arriva in un momento poco favorevole per la reputazione di Apple. Nelle settimane che hanno seguito il lancio dell’iPad (in tutto il mondo) e dell’iPhone 4 (tra poco anche in Italia), l’azienda di Steve Jobs è incappata in un altro inciampo. Il sistema di ricezione del nuovo telefono, si è scoperto, non è perfetto come si sperava. Più che il difetto in sé, a far arrabbiare molti utenti è stata la reazione della casa madre dell’iPhone. Soltanto dopo giorni di risposte piene di sufficienza da parte dello stesso Jobs («Il telefono impugnato così non prende il segnale? Lo tenga in un altro modo».) è stato ammesso l’errore: la formula per segnalare sul display l’intensità del segnale di ricezione è “completamente sbagliata”.



C’è chi in Rete interpreta queste circostanze come indicative di un cambiamento storico. Apple, si legge nella blogosfera, sarebbe ormai così potente da non potersi più permettere nessun errore, a partire dalla comunicazione con il suo pubblico. La società di Cupertino è diventata di recente il primo gruppo a livello mondiale nell’hi-tech. Così anche gli hacker, sembra dire il caso di Thuat Nguyen, avrebbero spostato il loro interesse dal “cattivo” della prima ora, Microsoft, al nuovo Re della tecnologia. Per difendersi, Apple ha iniziato a sfoderare le sue armi. E dopo aver fatto notare che le 400 vittime del pirata vietnamita sono una quota irrisoria sui 150 milioni di iscritti ad iTunes, ha annunciato nuove regole più restrittive sulla sicurezza delle compravendite on line.
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