iPhone 5S e 5C ora anche in Italia
Il rito dell'attesa contagia anche il Belpaese

Apple iPhone 5C e iPhone 5S
di Andrea Andrei
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Venerdì 25 Ottobre 2013, 10:29 - Ultimo aggiornamento: 26 Ottobre, 18:21

Quella di Apple una religione. E come tutte le religioni che si rispettino, ha i suoi riti. Bisogna partire da questo, irrinunciabile presupposto se si vuole cercare di capire quello che accade fuori e dentro ai negozi della Mela all'esordio di ogni nuovo, costosissimo dispositivo, anche se non molto diverso dal precedente, magari uscito solo pochi mesi prima.

Non bisogna stupirsi se il culto dell'azienda di Cupertino è stato esportato anche qui in Italia: le file chilometriche fuori dagli Store non sono “un'americanata” o un qualcosa che si vede solo in Giappone o in Corea. Stamattina, nella capitale, fuori al negozio Apple di Porta di Roma prima ancora dell'apertura c'erano circa 150 persone, principalmente ragazzi fra i 18 e i 26 anni. Molti di loro hanno dormito lì, aspettando che le porte trasparenti del negozio si aprissero e li lasciassero entrare per acquistare, alla modica cifra di 729 euro, il loro nuovo iPhone 5S, in versione base. Solo in pochi hanno optato per il più economico iPhone 5C, quello colorato ma meno innovativo, che costa 629 euro.

E poco importa se il concetto di “nuovo”, per la casa fondata da Steve Jobs e per i dispositivi tecnologici in generale, sia in realtà un concetto molto relativo e tremendamente transitorio. Alla fine a Porta di Roma il primo è stato Luca, un ventenne, seguito da Antonio, fotografo 23enne che non vede l'ora che esca anche il nuovo iPad per comprare anche quello. Ma le stesse scene si sono viste anche a Bologna, a Milano, o a Marcianise, in Campania. Tanto per dire che il culto di Apple riesce pure a unire l'Italia.

Il rito dei cosiddetti “Mac Evangelist” è uguale dappertutto: la coda, l'attesa insieme ai rivali che però sono anche compagni, perché alla fine tutti condividono la stessa fede. E poi i cori da stadio, qualche spinta e finalmente il sipario che si spalanca davanti agli occhi dei pellegrini, la luce divina del logo della Mela che brilla, lo staff in maglietta blu che balla, applaude, ride, corre e salta dappertutto, con tanto di sottofondo musicale. Il negozio diventa teatro, il consumismo diventa spettacolo.

Le porte della chiesa trasparente si aprono, i fedeli entrano, accolti dai commessi-sacerdoti, che li accolgono amorevolmente e con altrettanta premura li accompagnano a prendere l'eucaristia, il sacramento per eccellenza: l'acquisto. Negli Apple Store non si passa alla cassa, perché è la cassa che passa da te: il commesso vi porge direttamente la macchinetta del bancomat, e il gioco è fatto. Liberi di andare e diffondere il verbo. Almeno fino alla prossima novità.

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