I tecnici del Cavallino hanno sfruttato al meglio le nuove regole, ottenuto maggior chiarezza su alcune normative interpretate con troppa fantasia dai rivali e hanno avuto il coraggio di fare scelte originali senza però rischiare. Non hanno allungato troppo il passo, come ha fatto la Mercedes per cercare efficienza aerodinamica in modo da compensare la maggior resistenza generata dagli pneumatici, ma hanno lavorato molto sui flussi, soprattutto sull’anteriore dove l’aria entra ed esce dal musetto. La SF70H ha buona velocità di punta, è stabile in frenata, reattiva nell’inserimento e nei veloci curvoni della pista di Barcellona ha fatto vedere di tenere bene la traiettoria, consentendo ai piloti di accelerare in anticipo.
Ottimo lo sfruttamento delle nuove Pirelli più larghe: a Melbourne si è avuta conferma che ora il Cavallino manda rapidamente in temperatura gli pneumatici e questo è fondamentale per fare delle buone qualifiche e conquistare posizioni privilegiate sulla griglia di partenza. Ma la Rossa 2017 appare anche perfettamente bilanciata poiché, com’è avvenuto in Australia, tratta con delicatezza le coperture anche sulla distanza. La power unit è ormai una certezza e i motoristi di Maranello potranno avere un ulteriore vantaggio dall’abolizione dei “gettoni” che contingentavano lo sviluppo dei propulsori durante la stagione.
Due ultimi aspetti fanno ben sperare, l’affidabilità e i piloti. Finora (test compresi) la SF70H non ha accusato alcun problema di rilievo e Vettel a Melbourne ha guidato in modo bionico. Se c’è da remare forse si innervosisce (ha sempre avuto buone macchine), ma se l’auto va è sicuramente un grande valore aggiunto, una vera macchina da guerra soprattutto in gara.
G.Urs.
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