Nazionale, è l'Italia di Mancini: una generazione di "quasi" fenomeni

Nazionale, è l'Italia di Mancini: una generazione di "quasi" fenomeni
di Ugo Trani
3 Minuti di Lettura
Lunedì 25 Marzo 2019, 13:30
Non la Nazionale più bella degli ultimi mesi, ma comunque l'Italia di Mancini. Giovane e intrigante, con quei 26 anni e 2 mesi di età media che rendono bene l'idea di quale sia il nuovo trend. In stile Under. Perché, tra gli 11 titolari schierati dal ct contro la Finlandia, gli unici senatori sono rimasti Bonucci (32 anni da compiere a maggio e 86 presenze) e capitan Chiellini (35 anni ad agosto e 101 volte in azzurro).
AMPIA SCELTA
Mancini ha avuto ragione a credere in questa generazione che, magari non ancora di fenomeni, ha il talento e la personalità per lasciare subito il segno nelle qualificazioni europee. «Possiamo fare qualcosa di unico» ha ammesso Bonucci dopo il successo di Udine. Il ct, del resto, ha incassato la risposta migliore proprio dall'inedita coppia di marcatori: Barella e Kean hanno segnato le prime reti in azzurro nella match in cui qualche interprete di spessore ha girato a vuoto. Esempi: Jorginho stanco e svagato, Bernardeschi mai efficace e Immobile fuori dal coro fino all'assist per Kean. E Bonucci addirittura impreciso. In più le assenze pesanti nel tridente ad alleggerire l'attacco che oggi viaggia al ritmo ( basso) di 1 gol a partita (10 in 10 gare, con 10 firme differenti). L'Italia, però, non ha fatto cilecca grazie alle sue reti nuove di zecca: Barella e Kean, appunto. Mai la Nazionale, prima di Udine, era stata capace di vincere con questa gestione tecnica con lo scarto di 2 gol. E solo il 28 maggio del 2018 a San Gallo, al debutto di Mancini sulla panchina azzurra, aveva fatto centro due volte nella stessa partita: 2-1, nell'amichevole contro l'Arabia Saudita. Così, approfittando della gara di domani a Parma contro il Liechtenstein (9 gol realizzati a questa nazionale, 0-4 e 5-0, nei match delle qualificazioni mondiali con Ventura nel 2016 e 2017), comincerà il tiro al bersaglio e soprattutto la sfida interna per i 6 posti riservati alle punte tra i 23 per Euro 2020.
GRUPPO VACCINATO
Giovani si, ma non inesperti, come potrebbe essere quando vanno in campo 2 giocatori classe 99 e anche un millennial. Perché 8 dei 14 utilizzati contro la Finlandia hanno giocato quest'anno in Champions: Piccini, Bonucci, Chiellini, Verratti, Bernardeschi, Kean, Zaniolo e Spinazzola. E 11 su 14, hanno giocato le coppe, visto che Donnarumma, Jorginho e Immobile hanno avuto spazio in Europa League. Solo Biraghi, Barella e Qagliarella, dunque, si sono fermati in Italia, accontentadosi della serie A.
TURNOVER PARZIALE
Mancini ha già annunciato qualche novità per la partita contro il Liechtenstein. Cambierà almeno 4 giocatori: dentro Spinazzola, Romagnoli, Sensi e Quagliarella rispettivamente per Piccini (ha già lasciato il ritiro insieme con El Shaarawy: entrambi indisponibili: a Parma sono andati solo 25 azzurri). Chiellini (o Biraghi), Jorginho e Immobile. Zaniolo, però, spera di partire titolare nel ruolo di Barella. Romagnoli, nell'addestramento di ieri mattina a Udine, è stato provato nella posizione di terzino sinistro.
STAGE ALLARGATO
La sinergia con l'Under 21, intanto, è sempre più coinvolgente. E la collaborazione si arricchisce con il prossimo step. Come ha spiegato Di Biagio, il 29 aprile per lo stage concesso dalla Lega a Mancini, è possibile che i giocatori delle 2 nazionali si ritrovino a lavorare in un gruppo unico sui campi di Coverciano: «Sulla carta noi non dovremmo più vederci da qui a giugno. Stiamo però lavorando per cercare uno spazio intermedio per stare tutti insieme, magari in un'unica nazionale. Mancini vuole conoscere altri ragazzi e io ho bisogno di stare con loro, ci stiamo lavorando ma è ancora una cosa da definire».
© RIPRODUZIONE RISERVATA