L’oggetto del contendere risale al 2012 e a un film transalpino, “Lockout”, diretto da Stephen Saint Leger e James Mather e finanziato proprio dalla compagnia di Besson, autore, tra l’altro, del soggetto, a quanto pare troppo simile allo script del celebre “1997: Fuga da New York”, cult movie del 1981 di Carpenter con protagonista Kurt Russell.
Secondo i giudici della corte, sono molte le “somiglianze tra i due film di fantascienza: entrambi presentano un eroe atletico, ribelle, cinico, condannato a un periodo di prigionia - nonostante il suo eroico passato - a cui viene data la possibilità di redimersi ritrovando il Presidente degli Stati Uniti o la figlia, in cambio della sua libertà”. Inoltre - scrivono i giurati - i protagonisti riescono “a entrare inosservati nel luogo dove vengono tenuti gli ostaggi, in un caso volando con un aliante e nell’altro con una nave spaziale”. Alla fine di entrambi i lavori, poi, “il protagonista ritrova dei documenti segreti e li conserva”.
Con queste analogie, la sentenza per Besson si è rivelata un’amara sconfitta: 20mila euro da corrispondere, tramite “EuropaCorp, che ha già fatto richiesta di appello, a Carpenter, 10mila al co-sceneggiatore Nick Castle e 50mila alla società titolare dei diritti di “1997: Fuga da New York”, la francese “Studio Canal”.
Ambientato nel 2079 e interpretato, tra gli altri, da Guy Pearce, noto per la sua partecipazione al film premio Oscar “Il discorso del re”, a differenza della sua pellicola “gemella”, “Lockout” non ebbe un grande successo di pubblico. Non eccezionale neanche la risposta della critica, che si divise tra giudizi positivi e negativi. Tutti, comunque, al momento della sua uscita, furono concordi nel registrare una chiara somiglianza col film di Carpenter. Una somiglianza pagata a caro prezzo.