Marco Bocci: «A Tor Bella Monaca ho trovato anche bellezza»

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Venerdì 22 Novembre 2019, 06:33 - Ultimo aggiornamento: 17:29

Umbro di Marsciano ("il paese di Antognoni"), Marco Bocci affronta la prima regia (il 28 esce in sala "A Tor Bella Monaca non PIOVE mai") e parla di tutto nell'Interrogazione al Messaggero: gli inizi, la somiglianza di famiglia con Giancarlo Giannini ("Pasqualino Settebellezze per me è una magnifica ossessione"), il matrimonio con Laura Chiatti ("Sul set andiamo a turno: uno resta in casa a curare i nostri due figli").
Uno dei belli ed emergenti del cinema e della tv italiana, dopo la gloria come commissario Scialoja di Romanzo Criminale e il successo di Squadra Antimafia si mette dietro la macchina da presa con una storia che racconta, con una luce davvero particolare, uno dei quartieri più difficili di Roma. "Io lì ci ho vissuto a lungo, è la zona che mi ha accolto quando arrivai dall'Umbria - racconta Bocci - e ho preteso di girare tutto il film in zona. E' pieno di gente perbene e qualche volta nella zona del centro commerciale ci vado con i miei figli. Eppoi sul set durante le pause facevano a gara ad invitarci a casa a mangiare".
"A Tor Bella Monaca non piove mai è stato il mio primo romanzo, ne abbiamo tratto un film che racconta il percorso di un ragazzo perbene a cui le cose della vita spesso vanno storte a improvvisarsi uno dei cattivi che popolano quelle strade". 
La parola PIOVE del titolo, rivela Bocci, è il modo che le vedette hanno per dire che "arriva la Madama, la polizia. E, invece, nel film non arriva mai..." 
La notorietà arrivata come per molti altri della sua generazione con Romanzo Criminale ("una rivoluzione nella produzione di genere in Italia") e l'ispirazione nata dalla somiglianza del papà con Giancarlo Giannini. "Da ragazzo quando cominciavo a sognare di fare l'attore avevo rimediato una cassetta di Pasqualino Settebellezze, me la vedevo la sera prima di uscire. Tutte le serie: una specie di ossessione. Mio padre somigliava così tanto a Giannini che qualche volta gli chiedevano gli autografi. E papà li faceva... Ci ho lavorato, poi, con Giannini: averlo vicino mi faceva effetto, per motivi... familiari". La coppia di belli e genitori premurosi, con Laura Chiatti, si basa sulla parità di genere: "Poteva essere lei la protagonista femminile di A Tor Bella, ma abbiamo preferito dividerci come facciamo sempre: abbiamo lo stesso agente e cerchiamo di essere sul set in periodi alternati: uno resta vicino ai due figli, l'altro lavora. Anche se presto, quando i figli saranno un po' grandi, metteremo in piedi un progetto insieme. I social? Laura reagisce con forza e sincerità alle malignità: una leonessa, che ammiro per la sua totale onestà". 

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