Il rally di Scamarcio: «Dietro le gare di auto tutta la genialità e il coraggio di noi italiani»

Nel film "Race for Glory - Audi vs Lancia" l'attore racconta la vittoria del 1983

Una scena del film "Race for Glory - Audi vs Lancia"
di Gloria Satta
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Mercoledì 13 Marzo 2024, 18:06 - Ultimo aggiornamento: 18:10

Rally, questo sconosciuto. Allo sport che da sempre influenza da vicino il mercato autombilistico è dedicato ”Race for Glory - Audi vs Lancia”, il film diretto da Stefano Mordini, protagonista Riccardo Scamarcio, atteso in sala giovedi 14 marzo con Medusa. Il film, ambientato nel 1983 (figurano nel cast anche Volker Bruch, Katie Clarckson-Hill, Esther Garrel, Giorgio Montanini, Gianmaria Marini, Daniel Bruhl, Haley Bennett) e prodotto da Leboski con RaiCinema, racconta l’ultimo campionato di Rally vinto da un'auto con due ruote motrici e non quattro: è l'impresa compiuta dalla Lancia, guidata dal carismatico team manager Cesare Fiorio (vincitore di una ventina di titoli mondiali, anche di Formula 1) a cui presta il volto Scamarcio che per primo ha avuto l’idea del film. Davide contro Golia, la casa italiana contro la fortissima e potentissima rivale tedesca, l’ingegno e la scaltrezza di Fiorio contro la tecnologia e i soldi dei rivali: ”Race for Glory” è una storia esemplare destinata a un pubblico trasversale, e non solo agli appassionati di auto.
 

L’ATTORE. «Io stesso non ero un appassionato di rally», rivela Scamarcio, anche co-sceneggiatore, «poi mi sono imbattuto in un video della famosa gara del 1983 e sono rimasto molto colpito: in gioco erano il coraggio e l’astuzia degli italiani che riescono a mettere in crisi l’arroganza della tecologia e del denaro dei tedeschi. Qusta storia può essere considerata un’altra partita Italia Germania 4 a 3. Ci circorda chi siamo e da dove veniamo, un’Italia che ahimé non c’è più. E soprattutto esalta il mondo semplice e onesto di 40 anni fa, il valore dell’amicizia e della creatività, il passato analogico contrapposto al presente che punta sui supereroi».
 

IL TEAM MANAGER. Quando Scamarcio ha deciso di portare sullo schermo quella sfida tra auto del 1983, ha scoperto che il vero Cesare Fiorio, torinese, oggi 84 anni, vive da tempo nelle Puglie, a pochi chilometri dall’azienda agricola dell’attore. «È stata una grande emozione rivedersi sullo schermo anche perché il film parla di una vittoria particolarmente significativa, perché noi non avevamo ancora la tecnologia dell'Audi, l’avremmo avuta dall'anno dopo», commenta Fiorio, che nel film appare anche in un cameo, mentre Lapo Elkann fa suo nonno Gianni Agnelli, «si racconta anche l'epoca in cui si c orrevano i rally due ali di folla, entrando nei paesi e nelle città. Quelle gare erano importanti come quelle di Formula 1».
 

IL REGISTA. Per distinguersi dai recenti film sugli eroi dell’auto (”Ferrari”, ”Lamporghini”...) Mordini non è ricorso agli effetti speciali. «Anche grazie alle auto vere messe a disposizione dalla Lancia, abbiamo giocato tutto sul realismo», spiega il regista, «abbiamo scelto un linguaggio narrativo che si allontanasse dalla ”pulizia” formale e patitata di molto film concepiti per le piattaforme».
 

LA ”FILOSOFIA”. Nel film Fiorio-Scamarcio ammette: «La mia più grande paura è non vincere».

Vale anche per Scamarcio? «Vorrei poter rispondere di no, ma anch’io come Fiorio ho paura del fallimento», risponde l’attore, «e anche se nel corso degli anni ho imparato a mettere nel conto la sconfitta, lo ammetto: perdere non mi piace proprio».

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