Tre fedi, una visione. «Cercare il dialogo oltre ogni barriera»

Cristiani, ebrei e musulmani: Roma crocevia di religioni nel segno del confronto

Tre fedi, una visione. «Cercare il dialogo oltre ogni barriera»
di Franca Giansoldati
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mercoledì 4 giugno 2025, 12:24

La tesi di Samuel P. Huntington contenuta nel best seller Lo scontro delle civiltà, che nel 1993 alimentò un serrato dibattito planetario sul ruolo delle fedi e la loro sostanziale incompatibilità, a Roma non sembra proprio funzionare ed essere applicabile. A dimostrarlo c’è la storia secolare di questa città, con le dinamiche di convivenza e integrazione che si sono prodotte attraverso fasi alterne e diversi cicli storici. All'interno dell'Urbe oggi si trovano alcune realtà globali – cristiane, ebraiche, musulmane – che sono punti di riferimento religiosi a livello mondiale e, ognuna nella propria sfera, offrono un esempio di dialogo fattivo. Da una parte vi è la presenza della Sede Apostolica individuabile in un piccolo Stato circoscritto su un territorio di 44 ettari entro il quale si trova pure San Pietro, la basilica madre, luogo del martirio dell’Apostolo e principale testimonianza cristiana oltre ad altre migliaia di luoghi di culto cattolici sparsi dentro e fuori le antiche Mura Aureliane. A Roma però si è imposta gradualmente anche la moschea più grande e maestosa d'Europa, progettata da Paolo Portoghesi negli anni Settanta. Un edificio simbolico che possiede il minareto più alto tra tutte le moschee disseminate nel continente. All'epoca della progettazione si decise di costruirlo un po' più basso rispetto alla cupola di San Pietro per non essere causa di provocazioni. La questione naturalmente fu accettata dai sauditi (che finanziavano l’impresa) dietro una trattativa condotta dall'allora ministro degli Esteri, Giulio Andreotti proprio per evitare simbolismi interpretativi fuorvianti. Fu raggiunto un accordo con il benestare di tutti e da allora la Grande Moschea svolge un ruolo prezioso sul fronte dei rapporti interreligiosi e nel dialogo islamo-cristiano che sotto Francesco ha fatto passi da gigante con la firma ad Abu Dhabi di una storica dichiarazione di fratellanza raggiunta con l’Imam Al Tayyeb, sunnita, del centro universitario di Al Azhar al Cairo.

INCROCIO DI CULTURE

A Roma, infine da più di duemila anni si trova anche la più antica comunità ebraica al mondo. I primi rapporti fra Roma e l’ebraismo risalgono addirittura al 161 avanti Cristo, secondo quanto narra il Libro dei Maccabei e in età imperiale la comunità divenne importantissima. Gli ebrei avevano cariche sociali e istituzionali, c’erano insegnanti e rabbini. Con l’arrivo del cristianesimo iniziarono persecuzioni e problemi, terminati con la fine dello Stato Pontificio e l’unità d’Italia. I rapporti interreligiosi con la Chiesa fecero un salto dopo il Concilio Vaticano II. Papa Wojtyla è stato il primo pontefice a visitare nel 1986 il Tempio Maggiore. Attualmente la Comunità è posta sotto la guida dell’autorevole rabbino Riccardo di Segni e anch'essa è promotrice di molteplici iniziative di dialogo a livello internazionale. La Roma contemporanea è davvero una diramazione di culture, un crocicchio di convivenza. Papa Francesco sperava che l’Urbe potesse consolidare questo cammino e diventare per il mondo un faro nella notte. Negli ultimi cinquant'anni si sono sviluppati importanti eventi e la lista è davvero lunga. A cominciare dai raduni promossi regolarmente con la convocazione di tutti i Premi Nobel per la Pace, oppure i summit con i leader religiosi mondiali sulla scia dell’evento storico di Assisi nel 1986 sotto la spinta di Giovanni Paolo II. Senza contare poi le sessioni accademiche, la rete civile, i corsi di laurea, le iniziative politiche, le marce per la pace, i colloqui dietro le quinte per facilitare i negoziati tra diversi contendenti. La storia di Roma è parte integrante di questa retrospettiva di dialogo che dal Concilio Vaticano II in poi si è sviluppata confermando non solo il rispetto della libertà religiosa, ma una convivenza possibile tra cristiani, musulmani ed ebrei che si riproduce sulla riva Nord del Mediterraneo e in Europa, e non nel quadro di uno Stato religioso, ma laico. Chi l’avrebbe detto, cinquant'anni fa?

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