Rivoluzione data center: qui batte il cuore della crescita digitale

In città ci sono 19 strutture: entro il 2026 saliranno a 25

Rivoluzione data center: qui batte il cuore della crescita digitale
di Francesco Bisozzi
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mercoledì 4 giugno 2025, 12:26

Nuove cattedrali dei big data sorgono nella Capitale. Entrerà in funzione il prossimo anno il data center all'avanguardia che Tim sta costruendo a Roma secondo i più avanzati criteri di eco-sostenibilità, efficienza energetica, affidabilità e sicurezza. Il centro di elaborazione dati andrà ad aggiungersi ai 16 del Gruppo già in servizio sul territorio nazionale. Nel 2024 Aruba ha inaugurato invece nello spazio del Tecnopolo Tiburtino il suo Hyper Cloud Data Center, un'infrastruttura che si estende su una superficie di 74mila metri quadri, due volte quella dello Stadio Olimpico, e che a pieno regime ospiterà cinque data center indipendenti, con una potenza energetica totale di 30 MW IT. «Il Lazio conta 21 data center, tra attivi e in costruzione, di cui 19 nell’area della Capitale, ma entro il 2030 le strutture raddoppieranno, saliranno a 35-43, con almeno 25 nella sola città di Roma», afferma Teha Group (The European House – Ambrosetti), che ha appena dedicato al settore un'analisi approfondita, Data Center Italia: il motore del futuro digitale del Paese. Lo Stivale ospita il 7,6% delle unità di data center europei. Dei 513 MW di capacità installata in Italia al 2024, evidenzia la ricerca di Teha Group, 317 MW si trovano in Lombardia (61,8% del totale) e 238 MW a Milano (46,4% del totale). Roma, che nel 2023 contava 19 MW IT di potenza installata, da qui al 2030 avrà però il più alto tasso di crescita annua tra le città italiane in termini di potenza installata, quasi il doppio rispetto a Milano. Questo ritmo la porterà a diventare il secondo hub nazionale, con una capacità fino a 250 MW IT, pari al 19% del totale italiano atteso al 2030.

L’IMPEGNO

«Gli investimenti confermati in data center nel Lazio ammontano a 487 milioni di euro – sottolinea sempre il think thank – ma considerando i progetti attualmente in fase di valutazione, il totale potrebbe superare il miliardo di euro nei prossimi cinque anni». Infine, la capacità IT prevista nel Lazio da qui al 2030 potrebbe generare un giro d’affari complessivo stimato in circa 6 miliardi di euro sull’economia regionale. I data center sono il cuore che batte dell’economia digitale. All'inizio, negli anni Settanta, ospitavano computer giganteschi, mentre adesso accolgono server, sistemi di archiviazione, dispositivi di rete e apparecchiature di sicurezza sempre più sofisticati, che permettono di gestire e archiviare enormi volumi di dati. Negli anni il data center è diventato un hub di tecnologie fisiche e software innovativi, con un approccio sempre più green al consumo di energia. Il data center che Tim sta costruendo nella Capitale sarà interconnesso alla rete fotonica ad altissima velocità del Gruppo, che consente la connessione a bassissima latenza con le Region Cloud dei principali hyperscaler (provider di servizi cloud di grandi dimensioni) mondiali presenti in Italia e ospitati nei siti di Tim, nonché l’interconnessione con gli spazi dedicati al Polo strategico nazionale. L'infrastruttura ospiterà hardware Graphic Processing Unit ad alte performance per le applicazioni di intelligenza artificiale e apparati per la crittografia quantistica per la massima sicurezza nella trasmissione delle informazioni. Progettato e realizzato con i massimi livelli di affidabilità e sicurezza (Rating 4), il sito avrà poi un consumo di acqua tra i migliori a livello mondiale. I data center consumano grandi quantità di acqua, soprattutto per il raffreddamento dei server: un data center di Google, per esempio, necessita di 1,6 milioni di litri di acqua al giorno. Quello che Tim sta realizzando sarà dotato di un innovativo sistema di recupero dell’acqua piovana per non incidere sui consumi dell’acquedotto cittadino. Anche l'Hyper Cloud Data Center di Aruba nel quartiere Tiburtino, pensato per soddisfare le esigenze delle Pmi e delle pubbliche amministrazioni, è stato progettato con un approccio "green-by-design”, per sfruttare al meglio tutte le soluzioni che consentono di abbattere il suo impatto sull'ambiente. L'hub è alimentato da energia elettrica la cui provenienza da fonti rinnovabili è certificata dalla Garanzia di origine. Guardando alle tendenze globali, entro il 2029 i centri Hyperscale costituiranno secondo Teha Group il 60% della capacità complessiva dei data center, evidenziando un chiaro orientamento verso la centralizzazione delle infrastrutture digitali per rispondere alla crescente domanda di soluzioni scalabili ed efficienti. Parallelamente, si osserva lo sviluppo di infrastrutture distribuite e di scala più contenuta, progettate per rispondere a esigenze specifiche delle imprese, come la gestione di dati sensibili, la riduzione della latenza e il rispetto di requisiti normativi. Si tratta di due modelli, Hyperscale e infrastrutture distribuite, che non sono in contrapposizione tra loro ma che possono integrarsi, offrendo risposte complementari alle diverse necessità. «Per agevolare lo sviluppo dei data center in Italia – spiega Teha Group – bisogna però sciogliere il nodo energetico, che non riguarda solo la disponibilità complessiva di energia, ma anche e soprattutto la capacità di distribuirla in modo stabile ed efficiente». Tra il 2020 e il 2028 il consumo energetico dei data center è destinato a crescere di 6 TWh. Sebbene la produzione energetica da fonti rinnovabili aumenterà di 42 TWh nello stesso periodo, garantendo energia sufficiente, la mancanza di infrastrutture adeguate rischia di vanificare questo potenziale.

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