Cadaveri di coetanei mostrati agli studenti a scuola, la lezione choc sulla droga: «Così li ha uccisi, ecco cosa vi fa»

Le foto dei corpi senza vita di giovani uccisi dall'uso di stupefacenti mostrate all’Istituto Don Bosco di Padova

Cadaveri di coetanei mostrati agli studenti a scuola, la lezione choc sulla droga: «Così li ha uccisi, ecco cosa vi fa»
di Elisa Fais
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venerdì 4 aprile 2025, 06:19 - Ultimo aggiornamento: 09:08

«Sapete cos’hanno in comune questi quattro giovani rappresentati attraverso sagome stilizzate? La droga e me». Inizia così la lezione choc del professor Giovanni Cecchetto, direttore dell’Unità di Medicina legale e scienze forensi di Pavia, davanti agli studenti di terza, quarta e quinta superiore dell’Istituto Don Bosco di Padova.

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Cadaveri mostrati agli studenti durante la lezione

Una volta catturata l’attenzione, sul maxi schermo compaiono le foto di quattro cadaveri. «Hanno la vostra età e sono finiti sul mio tavolo autoptico - prosegue la presentazione del medico legale - tra loro, c’è chi ha assunto droga anche una sola volta nella vita. Sono morti. La mia intenzione è spaventarvi.

E, ora, iniziamo il viaggio per conoscere il vero volto delle sostanze stupefacenti».

Al teatro dell’Istituto Don Bosco - scuola paritaria salesiana - va in scena l’incontro formativo “Le dipendenze: danni fisici e psicologici”, promosso dal Dipartimento di Scienze cardio-toraco-vascolari e Sanità pubblica dell’Università di Padova e dal Dipartimento di Sanità pubblica, Medicina sperimentale e forense dell’Università di Pavia. L’idea alla base dell’evento è di non limitarsi a sterili nozioni sui rischi legati all’assunzione di droghe, ma di mostrare immagini di casi reali, comprese foto di parti del corpo e organi per spiegare effetti meno conosciuti: dalle ulcere su braccia e gambe a fasciti necrotizzanti, da erosioni gengivali a endocarditi.

La lezione choc

«Se salviamo anche un solo ragazzo dal provare sostanze stupefacenti la sera con gli amici, l’iniziativa diventa già un successo - commenta il professor Cecchetto -. Sottolineo che la lezione non si limita solo a catturare l’attenzione. Il quadro fornito ai ragazzi è completo e va a toccare un po’ tutti i temi: dai risvolti psicologici, ai cenni sul reato di spaccio e sulla responsabilità penale stradale». Intervengono anche il professor Guido Viel, direttore della Scuola di specializzazione in Medicina legale di Padova, e la dottoressa Cristina Cecchetto, specialista in Psichiatria in servizio alla casa di cura “Parco dei Tigli”.

La scelta

«Si tratta di un percorso di sensibilizzazione e prevenzione che offriamo ai ragazzi tra i 15 e i 19 anni, troppo spesso bersagliati da una società che non li aiuta a distinguere il vero dal falso - dichiarano la direttrice suor Daniela Faggin e la preside Laura Scarmoncin -. Una società fatta di apparenza, che illude, che porta a scorciatoie pericolose. Vedere quei corpi segnati irreversibilmente dalla droga è scioccante, ma è la verità. E la conoscenza aiuta a fare scelte consapevoli nella vita».

L’evento è il primo ad essere strutturato su quattro ore, quindi una mattinata intera. In passato, la collaborazione tra la scuola e gli specialisti si limitava a lezioni più brevi. «Dura ormai da più di cinque anni l'approccio innovativo e d'impatto che l'Istituto ha scelto per trattare il delicato tema delle dipendenze, in collaborazione con professionisti qualificati», aggiungono suor Faggin e Scarmoncin. Visto l’interesse suscitato tra gli studenti, l’obiettivo ora è coinvolgere anche altre realtà scolastiche. «Ci siamo mossi seguendo il principio della Terza missione - aggiunge il professor Cecchetto - che affianca le due principali funzioni dell’università, ricerca scientifica e formazione, con il preciso mandato di diffondere cultura, conoscenze e trasferire i risultati della ricerca al di fuori del contesto accademico, contribuendo alla crescita sociale e all’indirizzo culturale della comunità. La volontà è coinvolgere anche altri plessi scolastici».

«Sul web giovani e adolescenti trovano qualunque tipo di contenuto e rischiano di essere disorientati - aggiunge il professor Viel -. Fornire loro gli strumenti e le informazioni necessarie per comprendere il mondo che li circonda è fondamentale».
 

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