Dinamix, arriva la fisioterapia medicalizzata per risolvere casi limite

Si tratta di un sistema operativo sperimentato per la prima volta in Italia. Si basa su un approccio multidisciplinare e su un database un background esperienziale di almeno 100mila trattamenti che è stato svolto con successo su differenti cluster di pazienti

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Domenica 23 Luglio 2023, 18:40 - Ultimo aggiornamento: 31 Luglio, 12:24

Problemi all'anca ne avevano messo a rischio la carriera sportiva. Nazionale di beach soccer, Francesco Ferrini meditava il ritiro. Fino all'incontro con il fisioterapista dei casi limite, uno dei migliori 50 al mondo nella classifica redatta da un'agenzia specializzata nel settore: "É venuto da me dopo aver consultato diversi medici -spiega Nicola Imbriani, l'ideatore del metodo Dinamix. Non era riuscito però a risolvere il problema. Problema che invece abbiamo risolto dopo 30 sedute. Ora Francesco parteciperà ai mondiali ed è più forte di prima". Caso simile, almeno nell'esito finale, per un noto giocatore dell'Udinese: "Soffriva della sindrome di Guillain Barret .ricorda Imbriani. Si tratta della più frequente forma di polineuropatia acquisita dovuta a una lesione rapidamente progressiva del nervo. Una patologia che non gli permetteva nemmeno di calciare. 20 sedute ed è ritornato nei ranghi". Sara invece è una bambina di Trapani affetta da una malattia grave, l'Atassia spinocelebellare, una malattia neurodegenerative caratterizzata dalla perdita progressiva della capacità di coordinare il cammino: "I suoi genitori -spiega Imbriani- erano disperati. Sono venuti da me speranzosi di migliorare le condizioni della bambina. Oggi, dopo 42 sedute, muove i primi passi da sola. Quando mi hanno inviato dalla Sicilia il video, confesso, ho avuto un'emozione incredibile".

Tre storie a rischio che però hanno trovato un lieto fine e, questo, grazie a un nuovo modo di intendere la fisioterapia: "La mia è una sorta di terapia giurisprudenziale -afferma Imbriani. Il mio approccio, in oltre 25 anni di carriera, si è sempre basato su una valutazione multidisciplinare che, grazie a un'anamnesi accurata, ha permesso di individuare la zona del dolore e quindi la disfunzione posturale. Intercettato il problema, abbiamo proposto le terapie che, in quel momento, ritenevamo maggiormente adatte. Senza aver paura di ammettere eventuali errori. Ma, così facendo, abbiamo dato vita a un database per casi simili con cure sperimentate nel tempo e, alla fine, risultate vincenti. Ne è nato così un metodo efficace che oggi ha permesso di dare risposte anche a casi che, fino a ieri, sembravano oggettivamente irrisolvibili. La nostra intuizione, rafforzata da mezzi diagnostici all'avanguardia, è stata quella di medicalizzare la fisioterapia".
Il metodo, anzi il sistema operativo, si chiama Dinamix e, come detto, si basa su un approccio multidisciplinare che coinvolge sette settori ritenuti utili per la guarigione: sistema miofasciale, sistema osseo, sistema neurale, sistema circolatorio, sistema immuno-endocrino, alimentazione: "Il tutto sotteso dal sistema psichico spiega ancora Imbriani- perché la convinzione di superare il momento difficile è il primo passo per far sì che ciò accada davvero.

Posso dire, senza possibilità di essere smentito, che nessun tipo di trattamento dedica questa attenzione a così tanti settori disciplinari e questo è fonte di assoluta sicurezza per chi si sottopone a questa cura dopo tanti insuccessi. L'altro aspetto è appunto relativo all'analisi di migliaia di casi e quindi alla ricerca di modelli valutativi, decisionali e terapeutici ripetibili sia inter che intraoperatore in qualsiasi studio medico. Un background esperienziale di almeno 100mila trattamenti che è stato svolto con successo su differenti cluster di pazienti: bambini, adolescenti, adult , cardiopatici, oncologici, reumatici, neurologici, sportivi". 

Un database con la soluzione già esistente e frutto di un lavoro di appunto 25 anni: "Il metodo Dinamix -conclude Imbriani- è funzionale all’ottenimento di dati clinici grezzi integrabili con le misure di certezza conservate all’interno di un grande database di dati statistici. Un’intelligenza artificiale elabora i risultati pesando tutte le variabili acquisite con l’obiettivo di indirizzare il processo decisionale verso scelte terapeutiche sotto controllo a biofeedback. In base a questa modalità operativa è evidente come non possa esistere ricerca scientifica, in quanto è esso stesso un mezzo per far ricerca attraverso un’integrazione di dati primari e sub-dati clinici dal differente valore statistico. Il risultato è la risposta che si riesce a dare al paziente, la soddisfazione sta nel risolvere casi che sembravano impossibili da affrontare. Sta nel sorriso di chi finalmente ritorna a vivere e a superare quel momento di difficoltà che rendeva la vita, diciamo così, complicata".

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