Un obbligo per il Giubileo: migliorare il servizio taxi

di Paolo Graldi
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 21 Giugno 2023, 00:38
Banale constatarlo: i taxi sono utili al cittadino, i taxi servono, i taxi sono soprattutto un servizio pubblico. Ottimo. Provate a sperare in un taxi di sabato o domenica, ma non solo, alla stazione Termini, di ritorno da un viaggio, sopraffatti dalla fatica e dai bagagli. Niente. I taxi non ci sono, non arrivano se non uno ogni tanto. Nel sabato del Gay Pride, città bloccata dai festanti, è stato impossibile trovarne. Un’ora e mezza di attesa e poi la resa, via a piedi, smoccolando. La scena dei taxi fantasma si ripete ad ogni festività: il guadagno non vale la fatica, le tariffe sono le più basse d’Italia, le corse troppo brevi Termini-alberghi, tutti in zona, meglio riposare, dicono in un lampo di sincerità. Rinnovato il parco auto, migliorati il radio-taxi e i pagamenti con carta di credito, di solito gentili e collaborativi gli autisti, i più anziani ricchi di chiacchiera e di notazioni e tuttavia è proprio il servizio del suo complesso che si rivela inadeguato rispetto alla nuova domanda, con un turismo che cresce e la necessità di muoversi in città inevitabile. Bus e metro? Sarebbe bello, se funzionassero. Adesso si pone un grande problema. Per il Giubileo piazza dei Cinquecento verrà ristrutturata e anche la linea di sosta taxi. Apriti cielo, la categoria rumoreggia, minaccia, promette sfracelli. La corporazione degli intoccabili in auto bianca sa fare la voce grossa e spesso si è fatta ascoltare e assecondare. Il futuro della Capitale, Giubileo e altro ancora, impone di cambiare spartito. Chi aspetta un taxi, magari sotto la pioggia, non può sentirsi dentro il film “Da qui all’eternità”. 
graldi@hotmail.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA