In una villa-bunker sotto sequestro il quartier generale di Carminati

In una villa-bunker sotto sequestro il quartier generale di Carminati
di Cristiana Mangani
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Domenica 7 Dicembre 2014, 06:12 - Ultimo aggiornamento: 14:45
Il quartier generale era in via Monte Cappelletto a Sacrofano. Massimo Carminati condivideva con molti dei suoi compari lo stesso indirizzo, numeri civici diversi, stessa via: lì alcune società, lì le case. In particolare la sua, quella dove il Cecato viveva con la compagna Alessia Marini e il figlio Andrea, studente all'università Luiss, diviso tra Roma e Londra.



LA RESIDENZA. Una villa al numero 12, “presa in prestito” da quello che risulta il proprietario ufficiale, Marco Iannilli, uomo per tutte le stagioni, da Finmeccanica alla Mafia Capitale. Di questa casa, arroccata su una collinetta del paese alle porte di Roma ne parla anche Salvatore Buzzi con un amico, mentre decanta le lodi dell'ex Nar. «Non puoi capì che casa, è inespugnabile - dice l'uomo delle cooperative - Ci vive la moglie, c'hanno quattro cani, un impianto d'allarme su tutta la casa. La casa sta in cima alla collina...tu dalla strada arrivi, c'è il cancello...bussi al cancello elettrico e te apre». Ti appare davanti un grande parco in collina, si sale, «te fai ste due curve - aggiunge Buzzi - sali su a parlà de ettari e arrivi a un secondo cancello».



L'INTERCETTAZIONE Un altro grande ingresso, anche questo automatico: si apre solo se si è riconosciuti. Il leader della Coop 29 giugno la racconta così: «A questo punto quando entri dalla collina arrivi in pianura....c'è sta casa, 350 metri quadri su un piano e mezzo, un grande parco e la piscina scoperta». Ma la cosa incredibile, talmente tanto incredibile che persino Buzzi se ne meraviglia con l'amico, è che «quella...la casa...è sequestrata dalla procura (ride)...lui sta dentro, ed è sequestrata, lui sta dentro come custode della procura (ride ancora), perché la casa è sequestrata a Marco Iannilli per la storia di Finmeccanica. Lì ci sono i soldi veri, quelli delle tangenti, non so' questi che escono fuori...». Giovanni Campennì, suo collaboratore e interlocutore, a questo punto chiede: «Quelli dell'elicottero?». «Eh - risponde Buzzi - quelli non escono per niente».

Negli ultimi tempi, però, la grande casa alle porte di Roma comincia a diventare un problema per Carminati. Deve trovare un'altra abitazione, ed è lui stesso a spiegarlo a Matteo Calvio, considerato il ”picchiatore” dell'organizzazione. I due sono alla stazione di servizio di Corso Francia, punto di ritrovo per i componenti del clan. L'ex Nar gli racconta che è impegnato nella ricerca di una nuova abitazione, perché ha timore che la procura possa confiscare in qualsiasi momento la casa di Iannilli, già sottoposta a sequestro preventivo. «Qua - dice - se gli fanno la cosa...quella va in confisca...mi tocca cercarmi pure un'altra casa. Però, per questo...hai capito?». Segue un omissis, forse è la persona a cui potrebbe rivolgersi. Poi il discorso continua: «Non è che puoi sta' in una casa che non è la tua, che in più è pure confiscata dalla procura che prima o poi viene...può venì chiunque a vederla. Devono mandarla all'asta...và, ma chi se li incula. Prendo e me ne vado. Vado lì per Sacrofano sulla montagna. Lo sai quante ne trovo?»



IL TRASLOCO Calvio sembra avere già la soluzione pronta: è un tale Sergio, proprietario di un immobile nelle vicinanze, starebbe per vendere la sua casa. «Lo sai pure chi ce l'ha bella Ma'? - suggerisce - però è tutta da rifà...Il pelato ce ne ha una bella da sta parte di qua, tutta proprietà sua. C'ha tutto quel viale. È Sergio... c'ha un parco tipo questo tuo eh...» Nella settimana che ha preceduto il suo arresto Carminati, in quella casa, si è fatto vedere poco o niente: era solito dormire qui e là, in bed and breakfast della zona, a casa di amici, a Londra, dove da un po' si è trasferito il figlio. Sempre in linea con la sua principale regola di vita, la riservatezza. Perché come sanno bene tutti quelli che gli stanno intorno: «Mano sai meno ti dico, meno sai più stai sicuro».