IL CASO
Hanno fatto tutto in una manciata di minuti. Torce in testa per illuminare i gioielli da rubare e mani coperte dai guanti per non lasciare impronte. Un colpo da professionisti, quello messo a segno ieri mattina in una gioielleria di via Merulana, che ha consentito alla “banda del buco” di portare via «circa 500mila euro di preziosi mentre il negozio era ancora chiuso», spiega sconvolto Gavriel, uno dei titolari. Il gioielliere scuote la testa guardando il video delle telecamere di sorveglianza che mostra i ladri, ora ricercati dai carabinieri. «Dopo essere entrati dal buco che hanno fatto sul muro, sono scesi con la scala, per poi fiondarsi direttamente sugli oggetti più preziosi. Hanno preso un anello che costa 45mila euro: sono sicuramente persone esperte. Chissà quante volte saranno venute qui per fare un sopralluogo», si chiede Gavriel, che ora fissa il foro appena riparato. Tutto intorno i secchi pieni di calcinacci e le vetrine scassinate. «Oltre ai preziosi rubati, bisogna anche calcolare i danni che hanno fatto al negozio. E non sono pochi», lamenta il gioielliere mentre, negli uffici, i colleghi continuano a fare l’inventario da consegnare poi ai militari che indagano sull’accaduto.
L’INTERVENTO
È stata proprio una pattuglia dei carabinieri, in transito in zona, ad accorgersi dell’intrusione grazie al suono del sistema di allarme. «Intorno alle 7 l’alert è arrivato anche sui nostri cellulari. Ma i militari sono stati più rapidi di noi, speriamo davvero che li prendano», si augura Gavriel. Ad agevolare il lavoro degli investigatori, oltre ai filmati delle telecamere di videosorveglianza del negozio e della zona, anche il racconto di un testimone che ha visto i due malviventi fuggire dal palazzo a fianco alla gioielleria. Quello dove si trova l’appartamento disabitato che i ladri hanno usato per scavare il piccolo tunnel e calarsi, con la scala, nel negozio. Ad aiutarli il fatto che nel palazzo «da giorni ci sono gli operai che stanno facendo i lavori di ristrutturazione», spiega Kumari, la portiera dello stabile. «Io non ho sentito nessun rumore o movimento sospetto anche perché qui c’è sempre un gran viavai tra condomini ed operai». A incrociare i malviventi nell’androne del palazzo, infatti, sono stati proprio i dipendenti della ditta che sta ristrutturando alcuni appartamenti.
L’IDENTIKIT
«Erano in due. Due uomini di media statura e corporatura. Uno indossava un gilet da operaio, l’altro invece aveva i pantaloncini e una maglietta. Entrambi con un cappello in testa che copriva in parte il volto e uno dei due aveva in mano uno zainetto. Li ho visti correre e uscire dal portone. Uno è andato a destra, l’altro a sinistra», ha poi spiegato il testimone ai militari che hanno rintracciato la proprietaria dell’appartamento sfruttato dalla banda. «È di una signora che vive in Puglia e che lo ha messo in vendita da molto tempo. Per questo è disabitato da un bel po’», racconta la portiera chiedendosi come abbiano fatto i ladri a introdursi nell’abitazione e a rompere, indisturbati, la parete che collega i due stabili. Tra i condomini c’è chi sostiene di «aver sentito dei rumori provenire da quell’appartamento tra giovedì e venerdì». Nessuno però avrebbe mai potuto pensare a una banda che stava organizzando un furto.
Furto progettato nei minimi dettagli. Quando i carabinieri del Nucleo investigativo di via in Selci sono arrivati nell’appartamento per i rilievi, non hanno trovato nessuno degli arnesi usati per bucare la parete. Non c’era nemmeno la scala con la quale i ladri si sono calati nella gioielleria. La porta dell’ingresso non aveva evidenti segni di effrazione. Che siano riusciti a rubare le chiavi? Non si sa. Certo però che si tratti di professionisti, viste le modalità del colpo.
L’ORGANIZZAZIONE
Che facciano parte della stessa organizzazione che potrebbe aver progettato i furti (avvenuti quasi in contemporanea) lo scorso 21 luglio in due diverse banche? Presto per dirlo. Il modus operandi però è molto simile, così come anche l’agilità dei ladri. Indizi che farebbero pensare a un’unica regia dietro ai 3 colpi avvenuti in meno di 10 giorni. Per avere una risposta certa, però, bisognerà attendere gli sviluppi delle indagini che proseguono senza sosta.
Luisa Urbani
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