RIETI - Ha esordito in politica a venticinque anni, eletto consigliere provinciale del Pci, ne è uscito dopo quaranta, vissuti ricoprendo ruoli da protagonista. Mario Perilli ha oggi 75 anni.
Perilli, cosa fa oggi?
«Sono un pensionato che, scomparsa purtroppo mia moglie Oriana, riverso le mie attenzioni sui due nipoti e aiuto l’Associazione culturale “Francesco Sacco” a organizzare iniziative sul territorio, come nel caso della donazione di una copia della Costituzione agli studenti delle terze medie».
Un predestinato della politica o altro?
«La svolta arrivò nel 1975, quando i diciottenni votarono per la prima volta. Fu allora che il Pci, cui ero iscritto da due anni, decise di rinnovare i quadri e iniziò in questo modo il mio impegno insieme ai compagni di allora, Mario Bocci, Domenico Girardi, Dino Merlini e altri. Andavamo tra la gente, nelle piazze c’era la vita reale. Tempi diversi, adesso la politica privilegia i social».
Che opinione ha?
«Rivendico la mia formazione nel partito comunista guidato da Berlinguer quando, prima di costruire e avviare un progetto, nelle sezioni si discuteva, ci si confrontava su temi concreti e si sviluppava un profondo dibattito sulle idee di ognuno. Oggi, invece, mi preoccupa chi vuole riscrivere la storia del Paese, che è già scritta nella Costituzione».
Sindaco apprezzato di Fara Sabina, che voto si dà?
«Il giudizio devono darlo le persone, io ricordo le cose fatte e messe in cantiere: il varo del nuovo Piano regolatore generale, tuttora in vigore, che ha dato il via alla realizzazione del polo della logistica e della zona artigianale. La costruzione della bretella di collegamento dall’autostrada ha poi evitato di soffocare con il traffico Passo Corese. Tutto questo ha portato a un’inversione di tendenza nel pendolarismo, tanto che oggi si contano 6, 7 mila persone al giorno che arrivano per lavoro in Sabina, molte di più rispetto a chi va a Roma».
Come vede Fara Sabina oggi?
«È una bella macchina, ma servirebbe unire tutte le potenziali risorse sul territorio per costruire insieme il futuro, confrontandosi con i cittadini».
In Provincia molto lavoro, ma anche delusioni. Perché?
«Le Province sono state stravolte dalla riforma Renzi. I risultati ottenuti con il piano territoriale di coordinamento avviato in passato quando, e cito solo alcuni fatti, furono assegnati a Farfa sette miliardi di lire di fondi del Giubileo oppure la promozione dei prodotti agricoli e i finanziamenti ottenuti per recuperare strutture come la Croce Rossa, che poi si è bloccato, dimostrano che erano Enti utili e punti di riferimento per le comunità locali. Adesso, non incidono più».
Consigliere alla Regione Lazio con Marrazzo e Polverini e l’amarezza di un processo subito per presunte irregolarità nell’uso dei rimborsi elettorali. Assolto con formula piena e nessun ricorso della procura. Come l’ha vissuta?
«Confesso che è il mio vero rammarico, perché avrei voluto concludere la mia stagione in modo diverso. Mi porterò sempre dentro la data del 4 febbraio 2021, quando l’avvocato mi telefonò a casa annunciandomi l’assoluzione da parte del tribunale. Io e mia moglie ci abbracciammo per la felicità. Con lei, che non c’è più, ho condiviso otto anni di sofferenza per accuse che non meritavo, mentre il mio impegno alla Pisana era stato ben altro».
In quale modo?
«Ho promosso la legge che disciplina l’attività degli agriturismi, attesa da tempo, e la creazione del centro per la tartuficoltura a Stipes, nel Comune di Ascrea, per valorizzare quel prodotto, il sogno del sindaco Dante D’Angeli. Mi sarebbe piaciuto rivendicare questi e altri risultati, come i fondi stanziati per costruire il primo tratto della Rieti-Torano, ottenuti insieme alla consigliera Anna Maria Massimi, o i soldi per potenziare il PalaSojourner, ma è importante che sia stata riconosciuta la mia piena innocenza che ha eliminato qualsiasi ombra».
Mario Perilli è definitivamente un ex della politica?
«La passione resta, è ovvio, ma il mio obiettivo è continuare a fare il nonno ed escludo qualsiasi ipotesi di ritorno alla politica attiva, anche per smentire le voci che circolano. E poi, me lo lasci dire, mi mancherebbe la quotidiana partita a briscola e tressette con i miei amici di sempre».
"Che fine ha fatto", Mario Perilli: «Un tempo c’era il dibattito in politica, ora solo i social. Mi impegno per le scuole»

di Massimo Cavoli
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sabato 2 agosto 2025, 00:10

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