RIETI - Si chiama “pronto intervento sociale” e funziona un po’ come un pronto soccorso: si accede attraverso un triage, per stabilire il livello di gravità della situazione, per poi passare alla presa in carico e all’assistenza vera e propria.
Ma al posto delle cure sanitarie si “somministrano” cure sociali immediate, come garantire un porto sicuro ai minori in stato di abbandono e privi di ogni riferimento familiare, alle donne sole, con e senza figli minori, in situazioni di particolare gravità riconducibili a maltrattamento, abuso e violenza di genere o altra condizione di pregiudizio, agli adulti in situazione di grave povertà, in stato di abbandono o grave emarginazione, agli anziani fragili, con disabilità, privi di supporto assistenziale a causa di eventi imprevisti. Grazie al consorzio sociale Rieti/1 che si avvale della collaborazione della cooperativa sociale “Il Volo” e della Regione Lazio, il pronto intervento sociale serve ben 25 comuni.
Attivarlo è semplicissimo: basta una telefonata (al 370-1046565), dal lunedì al venerdì dalle 17 alle 8 del mattino seguente e il sabato, la domenica e i giorni festivi h24. Attraverso la chiamata, operatori specializzati identificano lo stato di bisogno immediato a cui seguono, ascolto e analisi del bisogno stesso con la valutazione dell’intervento più appropriato che, in caso di emergenza, può arrivare ad attivare una unità mobile.
E’ un servizio in grado di rispondere alle circostanze della vita quotidiana dei cittadini che insorgono repentinamente e improvvisamente, producendo bisogni non rinviabile, in forma acuta e grave, che la persona deve affrontare e a cui è necessario dare una risposta immediata e tempestiva in modo qualificato, con un servizio specificatamente dedicato.
Tali bisogni possono verificarsi in contesti di violenza, inadeguatezza grave, privazione o allontanamento e, in generale, in tutte quelle situazioni di “soccorso sociale” che mettono a repentaglio l’integrità e l’incolumità della persona o della sua famiglia (sicurezza personale, necessità di protezione, alloggio ecc), nonché di altre persone, facendo temere nell’immediato un probabile danno di significativa consistenza sul piano sociale, fisico, psichico o esistenziale. Attraverso il consorzio Rieti/1 il servizio è attualmente stato attivato a Rieti capoluogo e nei comuni di Ascrea, Belmonte in Sabina, Cantalice, Castel di Tora, Cittaducale, Collalto Sabino, Colle di Tora, Collegiove, Colli sul Velino, Contigliano, Greccio, Labro, Leonessa, Longone Sabino, Monte San Giovanni, Montenero Sabino, Morro Reatino, Nespolo, Paganico Sabino, Poggio Bustone, Rivodutri, Rocca Sinibalda, Torricella in Sabina e Turania.
Un servizio che va oltre i bisogni materiali imminenti, che pure soddisfa, allungandosi su chi muore di relazioni e di rapporti, come ad esempio tanti anziani che spesso, in periodi come questo o durante le festività, si trovano soli, senza connessioni con i propri familiari. Contro le nuove solitudini, che affliggono giovani e famiglie e le sacche di disagio sul territorio, che purtroppo sono tutt’altro che isolate.