Unioni civili, il Governo pone la fiducia, insorge l'opposizione

Unioni civili, il Governo pone la fiducia, insorge l'opposizione
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Martedì 10 Maggio 2016, 15:08
Il governo, attraverso la ministra per le Riforme e i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, ha posto la questione di fiducia sull'articolo unico del progetto di legge sulle unioni civili, in discussione nell'Aula della Camera. Dopo l'annuncio del ministro Maria Elena Boschi ha preso la parola Massimiliano Fedriga della Lega, che ha attaccato i deputati del Pd che avevano applaudito l'annuncio. «Siete servi della gleba - ha gridato - applaudite pur di essere ricandidati». «Le istituzioni devono tutelare le opposizioni».

«La presidenza deve tutelare le opposizioni - ha detto con voce alterata Maurizio Bianconi, dei Conservatori -. Questo provvedimento è di iniziativa parlamentare, riguarda i diritti civili e mettono lo stesso la fiducia». «Questo governo intende il Parlamento come uno zerbino», ha protestato Alfonso Bonafede di M5s. «Quello che è successo - ha detto Antonio Palmieri - è una cosa che va oltre tutto quello che abbiamo visto nella storia della Repubblica. Eravamo solo in quattro iscritti, per soli quaranta minuti. Ricordo che Renzi aveva lasciato ai suoi libertà di coscienza. Con la fiducia la libertà se le è presa, spero che al momento del voto ciascuno difenda la coscienza».

«La scelta del governo di porre la fiducia sulle unioni civili alla Camera, dove l'esecutivo gode di una maggioranza schiacciante, è quantomeno inopportuna. In questo modo, infatti, si politicizza un voto che avrebbe potuto sancire un consenso trasversale su una legge che riguarda i diritti delle persone. Io stessa voterò sì al testo ma certamente non voterò la fiducia al governo». Lo dichiara la deputata di Forza Italia Elena Centemero, presidente della Commissione Equality And non Discrimination del Consiglio d'Europa. «Probabilmente è proprio questo l'obiettivo del Pd: mettere il 'timbrò su questa legge in vista della campagna elettorale che sta iniziando. Una cosa che non dovrebbe accadere quando si parla di diritti e della vita delle persone», conclude.

«Scandaloso e aberrante che governo ponga fiducia su tema sensibile e che tocca coscienze come #unionicivili matteorenzi meb». Lo scrive su Twitter Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia a Montecitorio.

«Sono state respinte le pregiudiziali di costituzionalità della legge Cirinnà in un'aula decisamente più affollata di quanto non fosse ieri sera. Era davvero sorprendente vedere la quantità di scranni vuoti nel corso della discussione generale: sembrava proprio che il dibattito su una delle riforme antropologicamente più rilevanti di questa legislatura non interessasse nessuno».
Lo afferma l'onorevole Paola Binetti di Area popolare. «Ovviamente non è così: ma l'impossibilità di intervenire nel merito della legge ha creato quella sindrome da assenteismo parlamentare che scatta quando si percepisce la totale inutilità della propria presenza e si preferisce andare a fare altro. Si crea una rarefazione dell'interesse che davanti ad una conclusione prefigurata dalla fiducia appena posta dal ministro Boschi, rende inutile la presenza», aggiunge. «La disaffezione all'aula - prosegue - è in realtà un indicatore del senso di frustrazione che colpisce i parlamentari quando capiscono che la loro presenza è ininfluente e il valore del loro voto già calcolato in base alle appartenenze. Ed è un peccato, perchè il dibattito su di un tema così rilevante, quale il futuro della famiglia e in particolare la vita dei bambini che vivranno in una condizione di omo-genitorialità, meritava un approccio diverso. Impossibile credere che i bambini non percepiranno nessuna differenza nel vivere in due contesti così diversi: due padri non sono uguali a due madri, che a loro volta non sono uguali ad una coppia formata da un padre e da una madre; e una coppia adottiva non è uguale ad una coppia di genitori che sono contestualmente genitori biologici e genitori sociali. Le differenze ci sono e peseranno nella vita del bambino oggi e nella sua storia di adulto domani. La negazione delle differenze è la negazione stessa del senso comune e impedisce di predisporre quei contrappesi indispensabili per restituire al bambino ciò a cui ha diritto, riequilibrando situazioni che sono per loro stessa natura carenti e deficitarie. Ma l'ideologia egualitaria sta oscurando anche la ragione nel suo esercizio più elementare e questo è il primo flop di questa legge, prima ancora di essere approvata». «Appiattire le differenze fino a negarle - conclude Binetti - significa negare quella specificità a cui fa riferimento il comma 1. Non si può parlare di specificità e poi sostenere la sostanziale uguaglianza delle diverse formule. Mantenere alta la vigilanza sulla legge e sulla sua applicazione sarà un compito importante per tutti coloro che guardano ancora con molta perplessità a questa legge».


 
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