Governo, Mattarella prevede già un secondo giro di consultazioni

Governo, Mattarella prevede già un secondo giro di consultazioni
di Alberto Gentili
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Giovedì 5 Aprile 2018, 08:02

ROMA Con tutte le delegazioni, Sergio Mattarella - descritto «determinato», «in forma», «in palla», - si è accomiatato con un arrivederci: «Ci rivedremo di sicuro». Il segno che il capo dello Stato già si prepara a un secondo round di consultazioni. Probabilmente da metà della prossima settimana, dopo una pausa di riflessione utile a far decantare le acque. E (è la speranza) a spingere i vincitori delle elezioni a un'assunzione di consapevolezza e a un bagno di realismo. «Al momento siamo ancora in una fase di posizionamento, le difficoltà sono immutate», ha osservato il capo dello Stato nei colloqui nello studio della Vetrata dove ha ascoltato molto e parlato pochissimo, «bisogna aspettare, difficilmente a breve troveremo una soluzione. Prima bisogna lasciar posare la polvere...».

E questo anche se pesano le scadenze europee: nel mese di maggio l'Italia è attesa a un confronto con Bruxelles sui numeri della manovra e in queste ore si è riaperto il file sui conti dopo che Eurostat ha chiesto di rivedere verso l'alto deficit e debito del 2017 per tenere conto degli esborsi legati al salvataggio della banche venete, con il deficit-Pil salito dall'1,9% al 2,3% e il rapporto debito-Pil dal 131,5%, al 131,8%. Inoltre già da ieri si parla di un possibile slittamento del Def, atteso a Bruxelles per il 10 aprile.
Le scadenze pressano, insomma. Anche per questo Mattarella vuole dare un governo al Paese. E nelle pieghe dei colloqui in cui ha chiesto alle delegazioni a quali alleanze sono disponibili, ha manifestato l'auspicio che qualcosa di buono possa arrivare già oggi nella seconda giornata di consultazioni. Quella più importante, con Pd, Lega, Forza Italia, 5Stelle: «Speriamo che dagli incontri con i gruppi maggiori salti fuori qualche elemento di novità». Ma chi ha ascoltato queste parole, le ha derubricate «al semplice desiderio» che almeno sul Colle, Di Maio, Salvini, Berlusconi e il dem Martina, vadano oltre alla certificazione di ciò che hanno affermato fin qui in interviste e dichiarazioni.

Chi ha parlato con il Presidente, fa sapere che Mattarella ritiene comunque «molto difficile» che nelle prossime ore «possa arrivare qualche soluzione». Indicando due tracce interessanti. La prima: «Il capo dello Stato vuole capire dove può portare il patto sulle cose da fare proposto da Di Maio. I 5Stelle sono la maggiore forza politica, questa impostazione va registrata con interesse». La seconda: «Sul Colle si ritiene utile una riflessione seria sul valore delle coalizioni, c'è chi va vinto, ma nessuno ha i numeri per governare da solo. E il confronto sui programmi può, appunto, essere utile. Le intese e le coalizioni si trovano e fanno in Parlamento».

MEDIAZIONI NECESSARIE
Di certo, c'è che Mattarella è consapevole che ci vorrà ancora del tempo prima di provare a tirare le somme. Il capo dello Stato non ha fretta. E non mette fretta. Il mantra quirinalizio è: l'importante è fare bene, non fare le cose di corsa. Così, il Presidente ritiene il primo giro di consultazioni che si chiude oggi poco più di un sondaggio preliminare e attende che i maggiori partiti nei prossimi giorni escano definitivamente dalla fase post-elettorale. Ammainino le bandiere di guerra, rinuncino agli slogan, e comincino a valutare fino in fondo che non sono le parole e i veti a costruire le maggioranze di governo. Ma le mediazioni, le alleanze, e quel buonsenso che suggerisce rinunce reciproche per poter raggiunge un punto di incontro: un approccio indispensabile in politica e a maggior ragione in un sistema proporzionale, terreno per molti inesplorato, ma che il capo dello Stato conosce bene. «Mattarella ci ha detto che siamo entrati in una fase nuova, quella proporzionale, che rende indispensabile trovare in Parlamento le intese tra le forze politiche», dice chi ha partecipato agli incontri di ieri.

Per tutte queste ragioni, il secondo round di consultazioni non scatterà subito. Ma tra martedì o mercoledì prossimi: «Se bisogna spingere le forze politiche a una riflessione, si può tranquillamente attendere qualche giorno», dice una fonte informata. In questa fase Mattarella, da notaio neutro e neutrale, non fornirà indicazioni. Suggerirà invece ai partiti, facendosi «portavoce dei cittadini», di rinunciare agli atteggiamenti perentori e muscolari, chiedendo - come ha fatto sapere martedì - proposte e indicazioni programmatiche per costruire un «governo all'altezza».

Insomma, niente fretta, ma non è tollerabile neppure uno stallo che duri all'infinito. In due mesi un nuovo governo dovrà essere battezzato. Per la questione dei conti sollevata da Eurostat. E perché il 28 e il 29 giugno verrà celebrato un Consiglio europeo decisivo per i destini dell'Italia, visto che a Bruxelles si parlerà di migranti, di nuove regole comuni per l'eurozona e del nuovo bilancio comunitario.

 
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