Berlusconi: «Ora i milanesi preghino Dio
a Napoli si pentiranno tutti moltissimo»

Silvio Berlusconi (foto Robert Ghement - Epa)
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Lunedì 30 Maggio 2011, 19:59 - Ultimo aggiornamento: 29 Giugno, 18:13
ROMA - Abbiamo perso e questo evidente, una volta si vince, una volta si perde, l'importante non abbattersi. L'unica strada tenere i nervi saldi e andare avanti - commenta da Bucarest Silvio Berlusconi - La maggioranza coesa determinata e ci restano alcune riforme da fare, il fisco, la giustizia e il Piano per il Sud. Nessun risultato mi ha sorpreso perché avevamo visto ormai quello che stava succedendo». A chi gli chiedeva se si sentisse in sentisse in colpa per qualcosa, il Cavaliere ha ripetuto «no, no. Anche perché se si guarda a queste elezioni, si vede che abbiamo perso a Napoli a Milano e in altre due città ma guardando da vicino una per una le situazioni vengono fuori delle ragioni che non hanno niente a che vedere con l'attività di governo». A chi gli chiede se abbia sentito il ministro dell'economia, Giulio Tremonti, risponde: «No, ho sentito Bossi. Siamo d'accordo con l'andare avanti insieme. Sapete che sono un combattente e che quando perdo triplico le forze».



«Ora i milanesi devono pregare il buon Dio che non gli succeda qualcosa di negativo», ha aggiunto Berlusconi commentando la vittoria di Pisapia a Milano, assicurando che la città «non era amministrata male». E si è detto anche certo che a Napoli, dopo aver eletto De Magistris, «si pentiranno tutti moltissimo».



Via libera di Bossi. Berlusconi ha avuto in effetti una conversazione telefonica con Bossi nel corso della quale il leader della Lega ha dato il va libera per proseguire con l'azione di governo. «Io sono sempre in disaccordo con la sinistra, vuole che le dia ragione adesso? Ma dai...», ha risposto Berlusconi ai cronisti che gli chiedevano della richiesta di dimissioni dalle opposizioni.



«Il partito adesso farà' un ragionamento sulla propria organizzazione che avevamo già in mente di fare per radicarci di più' sul territorio», ha detto ancora Berlusconi. Significa che manderete via i coordinatori? «Significa che adesso ci vediamo e vedremo come radicare molto di più sul territorio il partito».



Bondi si dimette da coordinatore Pdl. «Valutati i risultati elettorali intendo rimettere il mio mandato di coordinatore nelle mani del Presidente Berlusconi. Ritengo che da questo momento il Presidente Berlusconi debba ricevere non solo la più ampia fiducia e solidarietà ma soprattutto la assoluta e incondizionata libertà di decisione e di iniziativa per quanto riguarda il futuro del partito». Lo afferma il coordinatore del Pdl Sandro Bondi.



Bossi: la Lega ha fatto il suo dovere. «La Lega ha fatto il suo dovere, un partito che è una assicurazione dei cittadini - aveva detto stamani Umberto Bossi prima della chiusura dei seggi - Non poteva far sì che si costruissero le mosche a Milano e che qualcuno dicesse che la Lega non ha rischiato e non si è presentata: noi ci siamo presentati». Bossi, che era accompagnato al seggio di via Fabriano dal ministro Calderoli, si è mostrato sorridente ai fotografi. Uscendo dalla cabina numero 1, ha fatto il gesto di inserire la scheda nell'urna, ripetendo «Moratti, Moratti», perché non ci fossero dubbi su dove aveva opposto la crocetta.



«Nel 2006 la Moratti e il Pdl presero 245mila voti e noi della Lega 22mila. Oggi il Pdl ha preso 170mila voti e noi 57mila quindi qualcuno ha perso 75mila voti mentre noi ne abbiamo guadagnati 35mila». Senza voler accusare nessuno il capogruppo della Lega a Palazzo Marino, Matteo Salvini, analizza il voto del ballottaggio che ha sancito la vittoria del candidato del centrosinistra tenendo tuttavia a precisare che «quando si perde si perde tutti assieme». Salvini ha poi aggiunto: «Non mi interessano le colpe perché quando si perde le colpe sono di tutti. Certo è - ha spiegato - che i milanesi si sono infastiditi nell'ascoltare temi che non interessano alla città come le brigate rosse, i giudici, i ladri d'auto. Prendiamo comunque atto del voto e stare all'opposizione non ci spaventa. Ne riparleremo tra un paio d'anni - ha sottolineato Salvini - perché non so per quanto tempo questa coalizione "minestrone" guidata da Pisapia potrà andare avanti. Dal canto nostro passiamo da uno a quattro consigliere e a Pisapia staremo sempre vicini anche quando ci sarà da dare battaglia».



Maroni: è stata una sberla. ll ministro dell'Interno Roberto Maroni, esclude che il Governo rischi dopo il voto di oggi. «No», risponde ai cronisti che sollecitano un suo commento a margine del bilaterale Italia-Romania. E aggiunge: «Non credo che il risultato sia dovuto all'azione di Governo, ma la situazione può essere ribaltata solo se ci sarà una ripresa dell'azione di Governo». E sottolinea: «Serve una riflessione, è stata una sberla e o si dà un colpo d'ala, anzi di frusta, nella ripresa dell'azione di Governo o si rischia di non dare una risposta al voto di oggi».



Calderoli: il governo non è a rischio, ma un esame di coscienza va fatto. «Il governo è a rischio? Penso di no, ma penso che un esame di coscienza vada fatto, non sul passato ma per quello che bisogna fare adesso - ha detto il ministro leghista Roberto Calderoli - Siamo sicuramente davanti a una sconfitta, ma si vince e si perde tutti insieme. La migliore risposta ai problemi del Paese si dia affrontandoli. La risposta che deve seguire è proseguire lavorando ancora di più. E' necessario proseguire dando maggiore vigore all'impronta riformatrice del governo». Il ministro ha poi indicato l'agenda delle riforme da affrontare nell'ultima parte della legislatura: «La riforma fiscale che ci chiedono il mondo delle imprese e le famiglie, la riforma costituzionale partendo dalla riduzione del numero dei parlamentari e dall'istituzione della Camera dei territori, infine il decentramento dei ministeri da Roma».



Il direttore de La Padania: il grande sconfitto è Berlusconi. «Per quanto riguarda la Lega è un momento di riflessione, ma anche di attesa per vedere cosa decide il grande sconfitto di questo voto che è il premier - commenta il direttore de La Padania, Leonardo Boriani - Bisogna fare una grande riflessione e vedere cosa occorre fare per rilanciare il programma e la coalizione».



Radio Padania Libera ha aperto una trasmissione per il commento ai ballottaggi sulle note di Bandiera Rossa. «Non siamo su Radio Popolare o Radio Leoncavallo - ha affermato scherzando il conduttore - ma su Radio Padania. Aggiorniamo la scelta musicale in base al sentimento popolare».
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