Una lurida storia di pedofilia ambientata a Kansas City e che è venuta alla luce solo quando il padre adottivo della bimba, mentre le stava semplicemente cambiando il pannolino, l'ha vista piangere a dirotto ripetendo all'infinito quella frase: «Papà, non essere cattivo con me, basta, mi fai male». Insospettito da quel comportamento, tipico di una bimba traumatizzata, e da altri particolari (lei e il fratellino minore avevano i piedi martoriati) che facevano pensare a maltrattamenti, l'uomo ha avvisato la polizia: a quel punto sono scattate le indagini che hanno portato all'arresto della madre e del suo fidanzato 43enne, Charles Green. Dall'inchiesta è emerso un quadro da incubo: Azzie aveva portato sua figlia almeno in una decina di occasioni in casa di uno dei due pedofili permettendo loro di abusarne. Una serie prolungata di violenze che tra l'altro ha fatto sì che la bimba contraesse un'infezione a trasmissione sessuale, senza contare che nel suo organismo è stata rilevata la presenza di anfetamine.
Azzie, accusata di abuso di minori, non ha potuto far altro che confessare e definirsi una vigliacca e cospargersi il capo di cenere esprimendo pentimento e dicendo che sapeva di stare compiendo qualcosa di orribile ma di non aver avuto la forza di smettere. Dichiarazioni che ovviamente non hanno commosso nessuno: ci vorranno anni per riparare tutto il male che ha fatto e far sì che la piccola possa superare i traumi pesantissimi che ha subìto. E nessuno si è stupito nell'apprendere che, dopo l'arresto della madre, i suoi figli non hanno mai chiesto notizie di lei: segno che forse stanno già cominciando a lasciarsi il passato dietro le spalle. Nel frattempo le indagini della polizia proseguono: i pedofili che hanno abusato di lei non devono passarla liscia.
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