Da Trayvon Martin a Philando Castile: la lunga scia di sangue che sconcerta gli Usa

Michael Brown
di Federica Macagnone
6 Minuti di Lettura
Venerdì 8 Luglio 2016, 19:59

Alton Sterling, Philando Castile, Eric Garner, Michael Brown. Sono solo alcuni nomi della lunga scia di sangue che da anni scorre sulle strade statunitensi. Tutti afroamericani. Tutti uccisi da agenti di polizia.

Trayvon Martin. È il 26 febbraio 2012 e il 17enne afroamericano cammina per le strade di Sanford, in Florida, con il cappuccio della felpa in testa, atteggiamento che insospettisce George Zimmerman, vigilante volontario della zona. Tra i due scoppia una lite e Zimmerman mette mano alla pistola e gli spara a bruciapelo. L'uccisione del teenager scatena manifestazioni in tutto il Paese con migliaia di proteste, riprese anche l'anno successivo dopo l'assoluzione del vigilante.

Eric Garner. Il 17 luglio 2014 a Staten Island, New York, Daniel Pantaleo, un agente bianco, prende per il collo e provoca il soffocamento dell’afroamericano Eric Garner, 43 anni, padre di 6 figli. Era stato fermato perché sospettato di vendere sigarette di contrabbando. Il 4 dicembre 2014, a New York, il Gran Jury decide di non incriminare Pantaleo per la morte dell'uomo. Scoppiano le proteste in molte città degli Stati Uniti.

Michael Brown. Il 18enne viene ucciso dalla polizia il 9 agosto 2014 a Ferguson, un sobborgo di St. Louis, in Missouri. Colpito senza essere stato trovato in possesso di armi, era sospettato di aver rubato dei sigari in un negozio pochi minuti prima. Stava andando a casa della nonna. La sua morte provoca manifestazioni in tutti gli Usa e atti di vandalismo a Ferguson.

Kajieme Powell. Il 21 agosto 2014, il 25enne nero viene ucciso dagli agenti a St. Louis, in Missouri, non lontano da Ferguson. La polizia era stata chiamata dal titolare di un minimarket che aveva denunciato al 911 una rapina da parte di un giovane armato. Arrivati sul posto i due agenti aprono il fuoco. Powell, mentalmente disturbato, aveva rubato due energy drink e un pacco di ciambelle e aveva con sé un coltello.

Laquan McDonald. Il 17enne viene ucciso da un agente con 16 colpi di pistola nel Southwest Side di Chicago il 20 ottobre 2014. Il poliziotto disse che il ragazzo aveva un coltello e temeva per la sua incolumità, ma è stato incriminato.

Akai Gurley. Il 20 novembre un giovane nero di 28 anni, disarmato, muore a Brooklyn dopo essere stato colpito al petto dai colpi di pistola sparati da un poliziotto di origini asiatiche che sta effettuando una perlustrazione in uno stabile. Secondo alcuni testimoni l'agente era «un po’ nervoso». La vittima, con la fidanzata, stava aspettando l'ascensore.

Tamir Rice. Il 22 novembre 2014 a Cleveland, in Ohio, Timothy Loehman, 26 anni, e Frank Garmback, 46, due agenti di polizia fanno fuoco contro un 12enne di colore che impugna quella che apparentemente sembra essere un’arma. A Tamir Rice viene chiesto di alzare le mani, ma il ragazzino pare abbia risposto avvicinandole alla cintura dove ha una pistola. Il piccolo viene ferito allo stomaco e morirà in ospedale il giorno dopo. Le autorità stabiliranno poi che l’arma era una pistola giocattolo in grado di sparare piccoli proiettili di gomma. 

«Africa». È il 2 marzo 2015 e alcune pattuglie di Los Angeles intervengono a San Pedro Street dove si rifugiano diversi senzatetto. I sei agenti sono sulle tracce di un uomo, soprannominato «Africa». Quando lo trovano il clochard oppone resistenza e la polizia gli spara con il taser. Tuttavia non si arrende e prova a fuggire. In alcuni filmati uno degli agenti grida che Africa ha preso la sua pistola. Poi i momenti concitati in cui gli agenti gli sparano almeno cinque colpi. 

Anthony Hill. Il 9 marzo il 27enne, veterano della U.S Air Force, viene ucciso nella contea di Dekalb, Atlanta, dagli agenti chiamati da un residente che aveva segnalato la presenza di uomo «disturbato, che bussava alle porte e strisciava per terra nudo». L’uomo, che è disarmato, si mette a correre verso il poliziotto, che prima gli intima di fermarsi e poi gli spara per due volte.

Walter L. Scott. È il 4 aprile e il 50enne afroamericano, disarmato, viene freddato da Michael T. Slager, agente di polizia bianco di North Charleston, nel South Carolina. I due avevano avuto un diverbio per una violazione del codice della strada (la sua auto era stata fermata per un fanalino rotto). Un video mostra che il poliziotto ha sparato 8 colpi di pistola all'uomo in fuga a distanza ravvicinata. L'agente è stato incriminato. 
 

 


Freddie Gray. Il 12 aprile il 25enne afroamericano viene arrestato a Baltimora, nel Maryland, e caricato su un furgone della polizia con l'accusa di avere con sé un coltello a serramanico. Il ragazzo muore il 19 aprile dopo essere entrato in coma. L'autopsia rivela che a ucciderlo è stato un colpo violento e improvviso alla spina dorsale subìto mentre veniva trasportato sul furgone della polizia dopo l'arresto.

Frank Ernest Shephard III. A Houston, il 15 aprile, il 41enne viene ucciso dalla polizia per non essersi fermato allo stop delle autorità. Scatta un inseguimento di 30 minuti che finisce nel sangue: secondo il vice sceriffo della contea di Harris, Thomas Gilliland, l'uomo, dopo essere stato raggiunto, non avrebbe obbedito all’ordine di alzare le mani.

Christian Taylor. L'8 agosto, a Austin, in Texas, un 19enne afroamericano disarmato, sospettato di aver tentato un furto, perde la vita per mano di un agente in una colluttazione. La sua macchina era finita contro la vetrina di un concessionario di Arlington, in Texas, ed è stata notata dalla polizia che era in zona dopo una chiamata per furto. Taylor e gli agenti hanno una discussione che culmina nel sangue: l'agente Brad Miller, 49 anni, mette mano alla pistola e spara contro di lui. 

Nicholas Robertson. Il 12 dicembre il 28enne nero viene ucciso il a Lynwood, nella contea di Los Angeles, da due agenti di polizia. La vittima era armata e, secondo alcuni testimoni, aveva un atteggiamento sospetto. La madre ha raccontato che era ubriaco. I poliziotti sono intervenuti per evitare che Nicholas potesse usare l'arma. Viene ucciso quando non risponde alla richiesta di lasciare la pistola a terra.

Alton Sterling. Tra il 5 e il 6 luglio 2016 il 37enne afroamericano, padre di cinque figli, viene ucciso dalla polizia a Baton Rouge. La polizia lo aveva fermato per controllare la sua auto. Uscito dalla macchina, tra l'uomo e gli agenti nasce una colluttazione e i poliziotti prima lo immobilizzano con il taser, poi fanno fuoco mentre è a terra.

Philando Castile. Il 32enne viene fermato dagli agenti a Falcon Heights: sono le nove di sera del 6 luglio e l'uomo è in macchina con la fidanzata e un bambino.
La polizia chiede di poter vedere i suoi documenti e Philand risponde di essere in possesso di un'arma con regolare licenza. Quando l'uomo cerca di prendere il portafoglio, un agente fa fuoco. L’uomo morirà poco dopo in ospedale. Su internet fa il giro del mondo un video di un uomo in fin di vita in auto con accanto una donna che ripete: «Per favore, non dite che il mio fidanzato morirà in questo modo. Stava solo prendendo i documenti dalla tasca».

© RIPRODUZIONE RISERVATA