Usa, fallisce esecuzione capitale: detenuto muore in 43 minuti tra atroci dolori

Usa, fallisce esecuzione capitale: detenuto muore in 43 minuti tra atroci dolori
di Anna Guaita
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Giovedì 1 Maggio 2014, 15:46 - Ultimo aggiornamento: 2 Maggio, 16:17

NEW YORK – Scene da film dell’orrore in una prigione dell’Oklahoma: l’esecuzione di un prigioniero si trasforma in una vera tortura. Clayton Lockett muore dopo 43 minuti di agonia, per infarto, dopo aver lui stesso protestato che qualcosa stava “andando storto”. E’ successo ieri sera, dopo che il governatore e la Corte Suprema dello Stato avevano dato il via all’esecuzione sia di Lockett che di Charles Warner. I due uomini dovevano essere messi a morte a distanza di due ore l’uno dall’altro.

Entrambi avevano fatto ricorso nelle scorse settimane perché lo Stato rifiutava di rivelare dove erano stati comprati i farmaci che avrebbero composto il cocktail dell’iniezione letale.

Negli ultimi anni la questione dei farmaci è diventata grave in tutti e 32 gli Stati che applicano la pena di morte.

Originariamente infatti i tre elementi chimici venivano acquistati presso aziende farmaceutiche europee, che però si sono rifiutate di continuare a vendere i loro prodotti se venivano usati per porre a morte degli esseri umani. L’Oklahoma è riuscita a trovare dei fornitori americani, che però chiedono l’anonimato. Secondo gli avvocati di molti condannati, e anche secondo autorevoli esperti della Costituzione, la mancanza di trasparenza su questa transazione lascia dubbi sulla reale efficacia dei farmaci, e quindi va contro il dettato costituzionale che vieta pene inusuali e crudeli.

Quel che è successo ieri non fa che confermare questi timori. I giornalisti delle agenzie di informazione che presenziaavano alla prima esecuzione hanno scritto che “era difficile guardare” quel che stava avvenendo. Clayton Lockett è stato legato alla barella e gli sono stati infilati gli aghi nelle vene. Questo è successo alle 6:23 ora locale. E’ così cominciata la somministrazione del farmaco che deve fare addormentare profondamente il detenuto. Dopo dieci minuti il medico ha dichiarato che Lockett era addormentato, e quindi poteva cominciare la somministrazione dei due farmaci letali, quello che paralizza la respirazione e quello che ferma il battito del cuore. Ma a 13 minuti dall’inizio, il detenuto ha cominciato a muoversi, ha alzato la testa, ha respirato a fondo, ha mosso le mani e i piedi, ha mormorato “something’s wrong” (qualcosa sta andando storto) e ha cominciato a tremare visibilmente. A quel punto le autorità hanno tirato le tende, impedendo ai testimoni di vedere il resto della scena.

Il direttore del carcere, Robert Patton, ha poi spiegato che il medico avrebbe notato che l’endovena era uscita dal braccio. Davanti a questo incredibile e drammatico errore, Patton ha sospeso l’esecuzione. Ma oramai abbastanza veleno era stato pompato nel corpo di Lockett, che a 43 minuti dall’inizio dell’esecuzione, mentre il medico cercava di farlo rinvenire, ha subito un massiccio attacco cardiaco che lo ha ucciso. Solo allora Patton ha chiesto che la seconda esecuzione, quella di Charles Warner, venisse rimandata di due settimane.

Certo, nessuno può provare simpatia per Lockett e Warner: il primo aveva ucciso una ragazza di 19 anni, sparandole e poi seppellendola mentre era ancora viva, il secondo ha ucciso una bambina di 11 mesi. Ma la loro sorte è diventata oggetto di un’imbarazzante sceneggiata politica, con i politici locali che minacciavano di “licenziare” i giudici della Corte Suprema statale perché avevano osato chiedere maggior trasparenza sull’acquisto dei farmaci letali. Il New York Times ieri sera ha descritto “una situazione caotica e disastrosa”, e ha bollato l’esecuzione come “una scena angosciosa”. L’avvocato di Charles Warner, Madeline Cohen, ha lanciato un appello: “Questo dovrebbe convincere l’Oklahoma che bisogna interrompere le esecuzioni fino a che non sia fatta luce su quel che è successo”. L’avvocato ha chiesto anche che sia eseguita un’autopsia e che ne vengano resi pubblici i risultati. Il governatore dello Stato, Mary Fallin, che aveva invece spinto perché l’esecuzione avvenisse, si è per ora limitata a chiedere “una indagine approfondita”.

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