Nel mirino c'è Hollande

di Giuliano da Empoli
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Sabato 16 Luglio 2016, 00:53 - Ultimo aggiornamento: 10:18
Cambio di regime. C'è stato un tempo in cui pensavamo di poterlo imporre agli altri, abbattendo dittatori ed esportando la democrazia in Afghanistan, in Medio Oriente e nel nord Africa. Oggi sta succedendo il contrario. I macellai dell'Isis cercano di far saltare il banco nel cuore dell'Europa. A furia di aggressioni sanguinarie - alcune minuziosamente pianificate come quelle di Parigi, altre in apparenza più improvvisate come quella di Nizza - sperano di far saltare i nervi alla Francia.

Un Paese che è immerso da anni in una crisi politica e istituzionale della quale non si intravede la fine. Qualche giorno fa, le autorità transalpine avevano annunciato la fine dello stato di emergenza, in vigore dagli attentati del 13 novembre 2015. Ora, dopo Nizza, sono state costrette a prolungarlo di altri tre mesi. Ed è solo la punta dell'iceberg di una situazione sempre meno controllabile. In un romanzo uscito l'anno scorso, Les événements, un ex corrispondente di guerra, Jean Rolin, ha trasposto nella provincia francese le scene vissute in Libano e in Bosnia, tracciando il quadro di un Paese in preda alla guerra civile, quartiere contro quartiere, comunità contro comunità.

È il sogno dell'Isis, ma nel sud-est della Francia si avvicina già alla realtà. Qui, dietro la facciata mitica della Costa Azzurra, i ghetti impenetrabili di Nizza, di Cannes e di Marsiglia producono da anni battaglioni di criminali e di jihadisti: due categorie che, come dimostra anche il profilo dell'attentatore di giovedì, tendono ormai a sovrapporsi. Nel frattempo, la competizione politica si è radicalizzata. La sinistra e il centro, nella Francia del sud-est sono praticamente scomparsi. La scena locale è interamente occupata dalla destra dell'Ump e dall'ultra-destra del Front National, che si contendono da anni il potere con parole d'ordine sempre più simili, in confronto alle quali gli slogan di Salvini sembrano appelli della Caritas.

Ora, il rischio è che questo scenario si estenda a tutta la nazione.
In un continente attraversato da scosse centrifughe sempre più violente, la Francia è l'unico grande Stato nel quale un movimento xenofobo, di estrema destra, ha una vera chance di approdare al governo in tempi brevi. Il Front National rappresenta ormai il primo partito della République e la sua leader, Marine Le Pen, potrebbe sbarcare all'Eliseo dopo le elezioni presidenziali del 2017, segnando, sul serio, la fine dell'Europa che abbiamo conosciuto in settant'anni di pace. Il cambio di regime, imposto dal fondamentalismo islamico, diventerebbe allora una realtà. In circostanze normali, un evento impensabile. Ma c'è ancora in giro qualcuno che pensa che stiamo vivendo circostanze normali?
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