Ludovic, l'eroe della Bella Equipe: si fa uccidere per salvare una sconosciuta

Ludovic, l'eroe della Bella Equipe: si fa uccidere per salvare una sconosciuta
di Federica Macagnone
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Sabato 21 Novembre 2015, 13:32 - Ultimo aggiornamento: 17 Novembre, 12:39

Se si potesse associare alla parola eroismo un volto, si potrebbe pensare al viso sorridente di Ludovic Boumbas, 40 anni, congolese, cresciuto a Lille. Un eroe vero capace di sacrificare la propria vita per salvare una perfetta sconosciuta.

Che per lui e per i suoi amici quella sarebbe stata l'ultima serata al ristorante La Belle Equipe in un venerdì come tanti altri, non poteva saperlo nessuno. A parte loro, i terroristi che senza pietà hanno scaricato i loro proiettili su giovani vittime sfortunate per essersi trovate nel posto sbagliato al momento sbagliato in una folle notte parigina.

Ludo, così lo chiamavano gli amici, era andato a La Belle Equipe per festeggiare il 35esimo compleanno dell'amica Houda Saadi, mamma di due bimbi, anche lei vittima dei terroristi.

Stavano bevendo una birra quando una pioggia di proiettili è stata scaricata su di loro. È stato allora che Ludo si è parato di fronte a una ragazza, una perfetta sconosciuta, mai vista prima: è morto così un eroe dei nostri tempi. La giovane è salva, è stata colpita da alcuni proiettili ed è ricoverata in ospedale: lotta per la sopravvivenza, ma se Ludo non le avesse fatto da scudo umano sarebbe morta immediatamente.

Adesso il nome dell'uomo figura nella lista delle 19 vittime uccise al 92 di rue de Charonne: nel massacro, il suo nome è seguito da quello di Houda e della sorella Halima, entrambe tunisine, e di altri due amici invitati, Khaled e Bashir.

«Amava viaggiare e, soprattutto, amava la gente – ha raccontato un amico - Era una delle persone più buone che io abbia incontrato». Adesso a piangere quell'eroe ci sono parenti e amici che su Twitter rendono omaggio al loro Ludo, capace di donare la vita per salvarne un'altra in una notte di festa trasformata in un inferno.

Romain Ranouil, 48 anni, ha raccontato l'orrore di quei momenti: cameriere a Le Petit Baïona, a pochi metri da Le Belle Equipe, è stato uno dei primi a giungere sul posto per aiutare nei soccorsi. Ha visto i suoi amici e colleghi morire sull'asfalto, in un lago di sangue, in quella che ha descritto come una disumana carneficina: «In un primo momento ho pensato che fosse crollato un ponteggio, perché ho sentito un suono metallico – ha raccontato al Daily Mail - Poi ho visto la gente accasciata sui tavoli, erano morti. Molta gente urlava, altra l'ho vista spirare sotto i miei occhi. È stato allora che ho pensato che nessuno deve morire da solo e ho iniziato a stringere le mani alle vittime, a parlarci. Una ragazza aveva appena 20 anni, era stata ferita con diversi colpi di kalashnikov. Mi sono inginocchiato e ho iniziato a parlarle. Le dicevo di prendere respiri profondi. Lei non mi parlava, mi guardava, fino a quando ho visto il suo sguardo spegnersi. Ricorderò quel viso e quegli occhi per il resto della mia vita».