Israele, legge approvata: negati i visti a chi invoca il boicottaggio

Le Ong pacifiste parlano di violazione della libertà di espressione
di Rachele Grandinetti
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Martedì 7 Marzo 2017, 13:06 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 13:36
È stata approvata dalla Knesset con 46 voti a favore e 28 contrari la legge sulle nuove norme che vietano i visti di ingresso o i permessi di residenza nel Paese a tutti quei cittadini stranieri che hanno invocato «il boicottaggio economico, culturale o accademico» contro Israele e in difesa della Palestina. Non solo. Perché la legge prevede che le norme vengano applicate anche a coloro che invocano il boicottaggio nei confronti di singole istituzioni israeliane o di aree sotto il controllo di Israele. Disaccordo, ovviamente, tra le fila delle Ong pacifiste e di difesa dei diritti umani.“Peace Now”, in particolare, ha definito la legge «una chiara violazione della libertà di espressione», una volontà «né ebraica né musulmana». Non mancano nel coro le voci di chi paragona il giro di vite agli interventi che Trump sta mettendo in campo negli Stati Uniti limitando gli ingressi degli immigrati.

Il muro alzato da Israele, dunque, punta dritto contro gli oppositori, contro tutte quelle realtà come Bds, ad esempio, il movimento a guida palestinese per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele. Il quotidiano Haaretz sostiene che, nella sua formulazione, la legge possa aprire le porte anche all'impiego sui palestinesi che vivono in Israele con lo status di residente non permanente. Lo scorso anno, infatti, le autorità hanno rifiutato di rinnovare il passaporto a Omar Barghouti, uno dei fondatori del Bds, nato in Qatar da famiglia palestinese. 
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