E se il cliente vuol fare rientrare i capitali?
«Ci sono stati condoni dal 2001, anche se l'ultimo voluntary disclosure tecnicamente non lo è, per regolarizzare le posizioni con cifre agevolate inferiori a quelle evase. L'attività di assistenza è perfettamente legittima, con obblighi ai quali sono tenuti anche i professionisti. In diversi casi, le indiscrezioni giornalistiche possono essere state anticipate da chi che ne era venuto a conoscenza».
Questa non è la prima lista di correntisti divulgata…
«Le più famose sono quelle di Falciani e Pessina, e un altro paio anche nel Liechtenstein. La prima era frutto di un furto ai danni della banca, non si poteva usare come prova. Pessina invece fu arrestato a Malpensa: i nomi erano nel computer, l'acquisizione fu legittima».
Come ci si comporta col cliente che vuol pagare meno tasse?
«Dipende dal professionista. Alcuni si rifiutano. Negli studi capita di ricevere brochure da consulenti esteri o intermediari che propongono di usufruire di agevolazioni fiscali anche nellla Ue. C'è illecito penale, non solo amministrativo, quando si nasconde il reddito all'Agenzia delle entrate. Tecnicamente invece l'elusione è un “abuso del diritto”: un utilizzo distorto di strumenti giuridici profittando di lacune normative per ottenere vantaggi fiscali in contrasto con la finalità delle norme e i principi generali dell'ordinamento. Questo dice l'articolo 10 bis della legge 212 varato nel 2000».
All'Agenzia delle entrate non sfugge il piccolo risparmiatore. Ma il grande?
«Se lei i soldi portati fuori li vuol spendere in Italia il problema c'è. Ma se li spende in un paese che non scambia le informazioni, non la scopriranno mai. A meno che non litighi con sua moglie, allora sono dolori…».