Milano, stuprata dopo la droga messa nel drink: la vittima in aula racconta la notte da incubo

Milano, stuprata dopo la droga messa nel drink: la vittima in aula racconta la notte da incubo
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Lunedì 21 Maggio 2018, 20:32 - Ultimo aggiornamento: 22 Maggio, 14:23
Davanti ai giudici ha ripercorso le tappe della notte da incubo durante la quale venne stuprata dopo aver bevuto un drink corretta con droga. «Quella notte ero molto confusa, ho provato una sensazione diversa rispetto a quella che si ha quando si beve troppo. Per raccontarlo bisogna prima provarlo». È un passaggio della deposizione di una 22enne che sarebbe stata prima stordita con le benzodiazepine - la cosiddetta "droga dello stupro"- sciolte in un drink bevuto in un locale di Milano, e poi violentata in un appartamento in Brianza, da tre uomini ora imputati per violenza sessuale aggravata. La giovane è stata sentita al processo a carico dei suoi aguzzini, che oggi si è tenuto a porte chiuse. Ha raccontato di «quell'incubo» vissuto poco più di un anno fa.

I tre imputati, Marco Coazzotti di 29 anni, Guido Guarnieri di 22 anni, e Mario Caputo di 48 anni, verranno interrogati nella prossima udienza, davanti alla decima sezione penale, che si terrà il 28 maggio. Come è emerso dall'indagine del pm Gianluca Prisco e del procuratore aggiunto Letizia Mannella, la sera del 13 aprile 2017 la 22enne avrebbe accettato l'invito di Coazzotti, con cui era uscita un paio di volte. Avrebbe raggiunto insieme lui e agli altri due imputati un locale in via Crema, nel capoluogo lombardo. Dopo la serata, nel corso della quale avrebbe bevuto alcuni cocktail, era andata con loro nell'appartamento di Caputo a Bellusco, in provincia di Monza e Brianza. Lì, sarebbe avvenuta la violenza.

Poche ore dopo il ritorno a casa, la 22enne aveva iniziato ad avere dolori fisici.
Le erano tornati in mente alcuni flash della notte. Alla clinica Mangiagalli avevano poi confermato la violenza. Dalle analisi era emerso che la ragazza aveva un livello di benzodiazepine superiore di oltre quattro volte quello massimo. Le tracce di dna trovate grazie ai tamponi hanno incastrato il 22enne e il 29enne, il coinvolgimento del terzo uomo è emerso durante le intercettazioni.
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