Alain Delon morto, da "Rocco e i suoi Fratelli" al Gattopardo: il bacio con Claudia Cardinale divenne un cult del cinema

Da "Rocco e i suoi fratelli" a "L'eclisse" fino a "Il Gattopardo" sono tanti i ruoli iconici interpretati da Alain Delon, scomparso questa mattina all'età di 88 anni. Il successo lo raggiunge negli Anni Sessanta in Italia, diventa poi il volto simbolo del polar, ma non disdegna ruoli più controversi e sfidanti.

Una scena da "Rocco e i suoi fratelli" di Luchino Visconti (1960)
di Tiziana Panettieri
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domenica 18 agosto 2024, 12:16 - Ultimo aggiornamento: 16:42

È stato Rocco Parondi in “Rocco e i suoi fratelli” di Luchino Visconti nel 1960, Leone d’Argento a Venezia e sua consacrazione artistica. Due anni più tardi diretto da Michelangelo Antonioni ha vestito i panni di Piero in “L’eclisse” accanto a Monica Vitti e l’anno seguente ancora per Visconti interpreta Tancredi Falconeri in “Il Gattopardo”.

Di ruoli iconici Alain Delon, morto questa mattina all’età di 88 anni nella sua casa a Douchy, ne ha collezionati in carriera. Fascinoso, atletico, occhi di ghiaccio, un vero sex symbol e leggenda del cinema mondiale che oggi si ritrova per l’ennesima volta in questo 2024 orfano di uno dei suoi figli prediletti (a soli due giorni di distanza dalla scomparsa della 94enne attrice premio Oscar Gena Rowlands).

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Alain Delon, gli inizi e la consacrazione con Visconti

C’è stato un periodo tra gli Anni Sessanta e Settanta in cui avere Deloin nel cast di un film significava successo assicurato ed è in questi due decenni che si concentrano i suoi ruoli maggiori.

Non è stato sempre così, ovviamente. Difficile da credere, ma anche l’attore francese ha dovuto fare gavetta e misurarsi con iniziali insuccessi. Nel 1958 però, agli esordi, conosce l’attrice Romy Schneider, già molto famosa per la trilogia dedicata alla principessa Sissi, durante le riprese di “L’amante pura”. Inizia così una delle storie d’amore che fatto più appassionare il pubblico sia sul grande schermo che sui giornali.

Nel 1960 arriva il primo ruolo importante. Grazie a René Clément e al film “Delitto in pieno sole” diventa una star mondiale. Tratto dal romanzo di Patricia Highsmith e incentrato sulla figura di Thoma Ripley, che il cinema affronterà più volte negli anni successivi, si tratta di un thriller psicologico dove il protagonista, bello e seducente, ruba l’identità del ricco Philippe Greenleaf per vivere una vita tra privilegi e lusso.

Sempre lo stesso anno entra nei cuori degli italiani con l’interpretazione del ragazzo del sud buono e ingenuo che si innamora della prostituta Nadia nel melodramma familiare di Visconti “Rocco e i suoi fratelli”. E nei cuori degli italiani continuerà ad abitare, continuando il sodalizio con i nostri autori. Il suo Piero in “L’eclisse” di Antonioni del 1962, in antitesi rispetto al personaggio viscontiano, è un uomo avvenente che seduce Vittoria (Monica Vitti), bisognosa di evadere dalla sua routine quotidiana.

Nel 1963 arriva il kolossal storico tratto dal romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, anche Palma d’Oro al Festival di Cannes. Delon come sostenitore della causa garibaldina e nipote di Don Fabrizio principe di Salina (interpretato da Burt Lancaster) si rivelò un’ottima scelta, tanto che ancora oggi tra le tante scene indimenticabili c’è quella del bacio dato alla sua fidanzata Angelica (Claudia Cardinale).

Il volto del polar

Diventa il cosiddetto “bello e tenebroso” nel 1967 diretto da Jean-Pierre Melville in “Frank Costello faccia d’angelo”, in originale “Le samourai”. Punto di partenza del sodalizio tra i due (gireranno insieme anche “I senza nome” e “Notte sulla città”), l’attore interpreta un sicario professionista che commette un omicidio con la complicità della fidanzata Jane Lagrange. Il suo volto sarà associato al genere polar, un mix tra poliziesco e noir.

Il 1969 è l’anno del suo più grande successo in Francia: “Il clan dei siciliani” diretto da Henri Verneuil e tratto dal romanzo di Auguste Le Breton. È un gangster movie in cui interpreta il criminale Roger Sartet che dopo essere evaso dal carcere progetta una rapina di gioielli a Roma. Questo è anche l’anno del lungometraggio di Jacques Deray “La piscina”, thriller ambientato in Costa Azzurra. Delon e Schneider, già separati, continuano a fare scintille insieme.

Stesso genere e stesso successo nel 1970 con “Borsalino”, cult diretto da Jacques Deray in cui condivideva la scena insieme all’amico ed eterno rivale Jean-Paul Belmondo. I due interpretano due criminali ispirati a due personaggi realmente esistiti della malavita marsigliese che in breve tempo diventano i padroni della città.

I ruoli più complessi

Nel 1972 torna al cinema italiano. “La prima notte di quiete” di Valerio Zurlini costringe Delon a misurarsi con Domenico Dominici, uno dei personaggi più complessi della sua carriera. Un professore di letteratura, già impegnato con Monica, subisce il fascino di una sua allieva che sembra condurre una vita ambigua. Domenico si lascia trascinare in una relazione clandestina.

Al 1976 risale un altro ruolo iconico dell’attore francese. In “Mr.Klein” diretto da Joseph Losey interpreta un collezionista d’arte e usuraio nella Parigi del 1942, ruolo certamente drammatico e anche controverso che porta sul grande schermo l’ambiguità della Francia sul tema dell’Olocausto.

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