E nella stragrande maggioranza dei casi i trader online usano internet non solo per investire ma anche come fonte informativa sulle vicende di mercato.
Se nel 2005 fra i trader online gli uomini erano il 96,6%, già nel 2012 le signore stavano iniziando a farsi largo ed erano diventate il 6%; oggi, secondo l'ultimo censimento presentato a maggio all'ITF Forum di Rimini, le donne sono l'8%. L'età media, invece, si è alzata: secondo una ricerca di Borsa Italiana del 2005, la maggior parte dei trader (il 35%) aveva tra 35-44 anni, il 24,6% aveva 45-54 anni e il 21,7% meno di 34 anni; ora invece i giovani con meno di 34 anni sono solo il 9%, i 35-44enni sono scesi al 23% mentre sono aumentati al 35% i 45-54enni. Soprattutto c'è una esplosione di over 55, passati dal 18,7% al 33%. E così come per il sesso e l'età, è cambiata anche la geografia dei trader: nel 2005 la maggior parte (36%) proveniva dal Nord Ovest e il 25,6% dal Nord Est, mentre Centro e Sud restavano in coda , ognuno con il 19,2%. Nel 2014, invece, in testa si trova il Nord Est con il 39%, ma il Centro è cresciuto del 10% arrivando al 29% del totale dei trader, mentre il Nord Ovest è calato al 21% e il Sud all'11%. Per quanto riguarda la professione «ufficiale» dei trader online, dal 2005 al 2012 sono aumentati i lavoratori autonomi (dal 38,5 al 40%) mentre sono calati gli impiegati (dal 27 al 21%) e i dirigenti (dal 19,2 al 13%). E negli anni della crisi, con il tentativo di portare a casa qualche extra, è cambiata anche la geografia economica di chi opera con il tol: nel 2005 chi aveva un reddito familiare netto inferiore ai 2.500 euro mensili era solo il 19,7%, mentre nel 2012 la percentuale era salita al 40%.
Ma per tutti, indipendentemente da sesso, età, residenza e professione, l'obiettivo è uno: non tanto divertirsi quanto guadagnare - e più della metà ci riesce davvero - possibilmente in modo veloce.
Luca Rigamondi